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Categoria: Cardio – Running

Uno dei migliori esercizi per bruciare grasso in presenza di ossigeno…attività cardiovascolare.

  • Clima invernale e perdita di grasso: il freddo fa ingrassare?

    Clima invernale e perdita di grasso: il freddo fa ingrassare?

    Titolo: Clima invernale e perdita di grasso: il freddo fa ingrassare?
    Autore: Tom Venuto, CSCS, NSCA-CPT

    Traduzione: Piero Maina
    URL: www.Burnthefatinnercircle.com
    Parole: 23.966

    Clima invernale e perdita di grasso: il freddo fa ingrassare?
    Di Tom Venuto

    BurnTheFat.com – Body Transformation System

    Ciao a tutti, oggi pubblico con il suo permesso, un articolo del grande Tom Venuto che ho tradotto in Italiano, cosicchè anche chi non conosce l’inglese, possa godere di queste preziose e interessanti informazioni che proprio in questo periodo invernale e post vacanze di Natale, ci possano tornare utili per recuperare la nostra forma. Buona lettura:

    “In inverno quando è più freddo, ingrasso!” Se sentissi qualcuno dire questo, probabilmente rideresti e diresti che sono le solite scuse tipo: “Mi dispiace, ma oggi non posso allenarmi … le tute da allenamento sono da lavare”. Ma la verità è che ci sono conferme scientificamente provate per cui in inverno si tende ad aumentare di peso. Fortunatamente, ci sono anche delle soluzioni, peraltro semplici e di facile applicazione.

    Se vivi dove le stagioni cambiano, o anche peggio, dove il clima è freddo e nuvoloso per la maggior parte dell’anno, o se la neve, il ghiaccio e la pioggia gelida interrompono i tuoi programmi di allenamento all’aperto e sei preoccupato per il tuo girovita, allora questa è la domanda e la risposta di Burn The Fat della settimana ed è una lettura obbligata …

        DOMANDA: Ehi Tom, ci sono prove che durante la stagione fredda e in inverno diventa più difficile perdere grasso corporeo? A me sembra più facile perdere peso durante la stagione calda. Mi chiedevo se ci fosse una ragione per questo, forse uno desidera maggiormente diversi tipi di cibo? Si perde l’appetito nella calura estiva? O l’appetito aumenta con il freddo? Il metabolismo rallenta in inverno? Se sai darmi delle risposte al riguardo, te ne sarei grato. Grazie!

    RISPOSTA: Sì, ci sono molte ragioni per cui molte persone tendono ad ingrassare in inverno. Sono sia fisiche che mentali. Da un punto di vista psicologico, ecco una semplice spiegazione: il mutare delle stagioni può influenzare il tuo umore.Una condizione nota come Disturbo Affettivo Stagionale (DAS) è stata studiata a lungo da psicologi e psichiatri. Spesso è molto più del semplice “Winter Blues” (Depressione Invernale), il DAS si verifica durante le giornate più brevi e le lunghe notti dell’inverno e dell’autunno, quando c’è meno luce solare e le temperature sono più fredde.I sintomi includono depressione, desiderio di cibi specifici, in particolare carboidrati densi di calorie, si sperimenta perdita di energia, senso di disperazione e sonno eccessivo. Ovviamente, tutti questi effetti possono contribuire a far aumentare di peso.

    Una ricerca scientifica svizzera intitolata “Abitudini alimentari nel Disturbo Affettivo Stagionale: chi tenderà ad aumentare di peso in inverno?”  I ricercatori hanno scoperto che non solo i pazienti con DAS mangiavano più zuccheri e cibi ricchi di amido, ma erano anche più suscettibili al mangiare emotivo, ricercando i dolci, quando emotivamente si sentivano più ansiosi, affamati, stanchi o soli. Uno dei trattamenti standard per il DAS è la terapia della luce intensa. Assicurati di dormire a sufficienza, ma alzati anche alle prime luci dell’alba, perché è importante massimizzare le ore di esposizione alla luce naturale.

    Al contrario, un’ altra causa psicologica dove il clima influisce sulla quantità di cibo che  ingeriamo è l’attività fisica e la perdita di grasso è maggiore quando il clima è caldo; le persone stanno all’aperto per più tempo vestendosi meno, questo fatto crea più motivazione all’esercizio fisico. Diciamolo pure, le persone vogliono avere un bell’aspetto quando indossano il costume o hanno meno indumenti addosso. In inverno e quando il clima è più freddo, sei coperto, quindi c’è meno presa di coscienza e nessuna responsabilità poiché di solito nessuno ti vede attraverso i vestiti, diverso è quando la gente ti vede con pantaloncini e canotta. Pertanto, la maggior parte delle persone tende a seguire una dieta più diligentemente e ad allenarsi più duramente nei mesi più caldi. (Non è un caso che così tanti bodybuilder mettano su massa nel periodo invernale, viceversa perdano peso durante l’estate).

    Naturalmente, abbiamo il problema opposto nel periodo delle festività Natalizie, un periodo che tradizionalmente si sposa con i festeggiamenti, banchetti, bevande e regali (dove a volte anche i regali sono commestibili!) Molte persone si preoccupano maggiormente del loro stato di forma in questo periodo perché pensano che arriveranno ad aumentare di peso fra i 2Kg e 5Kg. La ricerca ha dimostrato che l’aumento di peso stagionale è reale, anche se di solito non è così tanto, in genere solo circa mezzo chilo, un kg al massimo, se si fa la media sui grandi numeri di popolazione. (Solo il 10% circa guadagna 3 kg o più). Il vero problema che la ricerca ha dimostrato a lungo termine è quel lento aumentare di peso anno dopo anno e che spesso passa inosservato e, in un periodo di 10, 15 o 20 anni, è sufficiente a portarci al sovrappeso cronico o all’obesità. Sono tanti gli uomini e le donne che si svegliano una mattina all’età di 40 o 50 anni, e guardandosi allo specchio si chiedono: “come ho fatto a diventare così grasso/a?” (Mezzo kg, o un kg all’anno, dopo ogni stagione invernale, si arriva a questo aumento di peso incontrollato). Lo studio più famoso su questo argomento è stato pubblicato sul prestigioso “New England Journal of Medicine”. Ecco cosa hanno riscontrato gli autori:

      In contrasto con la percezione comune che il peso aumenti durante le festività invernali, il peso della stragrande maggioranza dei soggetti in questo studio è cambiato poco durante le festività natalizie. Questi soggetti credevano di aver incrementato di quattro volte il loro effettivo aumento di peso durante le vacanze, che è invece risultato di soli 0,37 kg. Meno del 10% dei soggetti ha guadagnato 2,3 kg o più. Pertanto, nonostante il fatto che l’85% dei soggetti monitorati non facesse alcuno sforzo per controllare il proprio peso, grandi aumenti di peso durante le festività invernali non sono stati la norma.Sfortunatamente, abbiamo anche scoperto che l’aumento di peso durante il periodo autunnale pre-ferie e l’aumento durante le festività natalizie sono stati in gran parte mantenuti durante il periodo invernale post-ferie da gennaio a marzo, con un conseguente aumento medio netto di 0,48 kg. Nei soggetti che hanno completato un anno di osservazione, il peso è aumentato in media di 0,32 kg durante il periodo di vacanza e di 0,62 kg durante l’intero anno, suggerendo che il periodo che contribuisce maggiormente alla variazione di peso annuale è il periodo di sei settimane di vacanza.

     La maggior parte di noi mangia e beve di più nel periodo delle festività natalizie. Tuttavia, alcune persone hanno anche chiesto se ci siano altre motivazioni e se le giornate brevi, il clima cupo e le temperature fredde hanno qualcosa a che fare con l’aumento di grasso a livello fisiologico. La domanda è: “Il metabolismo rallenta in inverno, come se stessimo entrando in “modalità letargo?”  In realtà, è vero il Contrario. L’esposizione a temperature fredde provoca una risposta di termogenesi da tremito, il che significa che c’è un aumento del metabolismo per produrre più calore. Per creare calore è necessaria energia (calorie bruciate = calore). Infatti, nel corso degli anni, molti guru della perdita di peso hanno promosso l’idea dell’esposizione al freddo per accelerare il metabolismo, suggerendo strani “trucchi” come spegnere il riscaldamento in casa, uscire di casa poco vestiti in inverno, nuotare in laghi gelidi o fare surf tutti i giorni in acque fredde o fare docce fredde che stranamente ancora oggi risultano popolari. Sfortunatamente l’esposizione al freddo, aria fredda o acqua fredda, come tentativo per far bruciare più calorie al nostro corpo non si traduce nel tempo in risultati di perdita di grasso nel mondo reale, anche se risultati a breve termine possono mostrare un elevato consumo di calorie.

    Perché non funziona? A parte il fatto che si tratta di una piccola quantità di calorie bruciate in più, non è poi così pratico o piacevole congelarsi il sedere, quindi il tentativo probabilmente non durerebbe a lungo e sarebbe destinato al fallimento se uno ci provasse. Un altro motivo è che il nostro corpo può adattarsi e compensare le perdite di calore. Un esempio interessante dell’impatto che le temperature fredde hanno sul bilancio energetico è il caso del nuoto. Paradossalmente, è stato osservato che molte persone che hanno iniziato a nuotare hanno bruciato tantissime calorie, ma non hanno perso grasso (o hanno persino guadagnato peso). All’inizio alcune persone pensavano che il corpo stesse producendo grasso per ripararsi dal freddo. Sembra plausibile, vero? Ma dopo che alcuni scienziati attenti hanno esaminato la cosa più da vicino, hanno scoperto che il nuoto può essere un eccellente esercizio per bruciare i grassi, ma molte persone non perdono molto grasso col nuoto perché si è scoperto che il nuoto, specialmente in acque fredde, fa si bruciare più calorie, ma fa anche aumentare l’appetito.

    Pertanto, potremmo ipotizzare che lo stesso possa accadere con temperature fredde (aria). Se il tuo corpo usa un po’ di energia per tremare o produrre calore, un modo in cui può compensare quella perdita di energia è aumentare l’appetito, quindi è probabile che il bilancio energetico negativo, se presente, sia a breve termine. (Incredibile come il tuo corpo funzioni per controbilanciare le cose, non è vero?)

    Alcuni scienziati suggeriscono addirittura che mangiare di più nei freddi mesi invernali sia inserito nel nostro DNA come meccanismo di sopravvivenza. Teorizzano che gli esseri umani hanno una tendenza naturale a mangiare di più in inverno perché storicamente parlando, questo era un periodo in cui c’era carenza di cibo. Sebbene non ci sia praticamente alcuna possibilità di morire di fame nella moderna società industrializzata, potremmo inconsciamente cedere alle direttive evolutive.

    Per una serie di possibili ragioni, la maggior parte delle persone tende a mangiare di più in inverno, soprattutto durante le festività natalizie e allo stesso tempo, tende anche a muoversi meno.

    Uno studio condotto in Massachusetts e pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition ha mostrato alcune scoperte interessanti sulle variazioni stagionali dell’assunzione di cibo, dell’attività fisica e del peso corporeo in una popolazione in sovrappeso. I risultati principali includevano:

        L’apporto calorico giornaliero era di 86 calorie in più nei mesi freddi rispetto alla primavera

        L’attività fisica più bassa è stata in autunno e in inverno

        Il peso corporeo ha raggiunto il picco in inverno

        Tutti i cambiamenti stagionali sono stati abbastanza piccoli, ma abbastanza significativi da essere misurabili

    Durante le vacanze, la maggior parte delle persone che aumenta di peso, dà la colpa al cibo, ma non sono solo le feste del Natale e Capodanno che incidono, è anche una minore attività fisica durante l’intero inverno che contribuisce all’aumento del girovita. Le routine di esercizi all’aperto a volte termina bruscamente e non viene fatto nulla per compensare la cosa. Di solito si usano scuse del tipo: “è colpa del meteo (“Fa troppo freddo” o “Non posso correre / camminare / andare in bicicletta sulla neve e sul ghiaccio!” O “È buio prima che torni a casa dal lavoro”).

    Il calo dell’attività fisica non è solo dovuto al minor numero di sessioni di allenamento. Anche la quantità di passi che normalmente si fanno durante il giorno subiscono un calo, soprattutto se non li si monitorano.

    La ricerca fatta con l’utilizzo del pedometro pubblicata sulla rivista “Medicine and Science and Sports And Exercise” ha rivelato quanto l’attività fisica diminuisca in inverno rispetto alle altre stagioni.

    E’ stato preso in esame un gruppo di donne di mezza età, che sono generalmente meno attive di altri gruppi, per cominciare c’è stato un importante calo dei passi compiuti durante il giorno durante il ciclo stagionale:

        7616 passi al giorno in estate

        6293 passi al giorno in autunno

        5304 passi al giorno in inverno

        5850 passi in primavera

    Questo è il motivo per cui utilizzare un contapassi tipo il Fitbit o uno smartwatch tutto l’anno è un’ottima idea. Puoi vedere i cambiamenti del numero di passi stagionali e se noti che diminuiscono all’arrivo dell’inverno, puoi apportare le modifiche necessarie più facilmente alla tua attività semplicemente perché sai quello che sta succedendo e diventi responsabile per quello che fai. Inoltre, sebbene 10.000 passi al giorno (o più) possano essere scoraggianti, non è così difficile partire con 2.500 passi al giorno in più, rispetto a quanti ne fai ora. Questo è sufficiente per compensare il calo medio di passi registrato dalla maggior parte delle persone. Migliorando la propria responsabilità dal punto di vista nutrizionale e combinando le due azioni, sinergicamente questo piccolo cambiamento da solo può risolvere il problema dell’aumento di peso invernale.

    Come si può vedere è legittimo pensare che è più facile ingrassare durante i mesi più freddi. Se non si fa nulla per impedirlo; ci sono buone probabilità che si possa ingrassare almeno mezzo chilo o forse uno durante il periodo autunnale e in inverno, quando le giornate sono più buie. Proprio perché questa quantità di aumento di peso non è significativa è particolarmente insidiosa perché o te ne accorgi e agisci immediatamente con le dovute misure o potrebbe passare completamente inosservata all’inizio, per poi trovartela “appiccicata” addosso e non “staccarla” più. In 10 anni, ti ritrovi con un aumento di peso/grasso che può andare da 4,5 Kg a 9 Kg. In 20 anni, puoi arrivare a guadagnare da 9 Kg a 18 Kg, senza quasi accorgertene e tutto grazie a un lento accumulo di peso/grasso.

    Fortunatamente, l’aumento di peso in inverno non è una condizione scontata, Questa battaglia si può vincere abbastanza facilmente. Puoi rimanere magro tutto l’anno, quello che devi fare è rimanere attivo durante l’inverno, indipendentemente dal tempo atmosferico e rimanere disciplinato con l’alimentazione la maggior parte del tempo.

    Ti suggerisco di avvicinarti all’alimentazione e all’allenamento invernale in due fasi. Novembre e dicembre sono mesi perfetti per fissare obiettivi e chiudere bene l’anno. Creare obiettivi per questo periodo, ti manterrà motivato per tutto il tardo autunno e l’inizio dell’inverno. È una strategia perdente aspettare il nuovo anno e non avere nuovi obiettivi su cui lavorare durante le vacanze, procrastinare, non paga.

    Per oltre un decennio ho promosso sfide di fitness durante le vacanze natalizie, iniziate prima del giorno del Ringraziamento e proseguite fino alla fine dell’anno. Se mai hai la possibilità di iscriverti, partecipa con tutti i mezzi. Se non riesci a trovare un concorso formale, una sfida, una gara o un qualche tipo di evento di fitness, crea la tua sfida per le vacanze natalizie, e non è mai troppo tardi. Anche se è il giorno di Natale, si possono fissare degli obiettivi per l’ultima settimana dell’anno. Ho amici che tengono viva una tradizione facendo un allenamento epico a Capodanno.

    Se possibile, invita gli amici a unirsi a te per aumentare la responsabilità verso gli obiettivi fissati. Se possibile, assumi un coach che ti aiuti a creare il tuo piano e ti renda ancora più responsabile. È incredibile quanto sarai motivato e quanto duramente lavorerai quando dovrai riferire i tuoi progressi ogni settimana a un mentore o ad una figura autorevole che rispetti. Con un obiettivo o una sfida, un allenatore o un sistema di supporto, o entrambi, credimi, le vacanze non ti saranno di ostacolo. Potresti anche arrivare alla migliore forma della tua vita.

    La seconda fase inizia a gennaio. Anche se l’esercizio e la dieta “Buoni propositi per il nuovo anno” sono una consuetudine in questo periodo dell’anno e molte persone li fanno con scarsi risultati, non sono contrario a fissare obiettivi il primo dell’anno. Credo che sia un ottimo momento per pensare a cosa vuoi per i 12 mesi a venire. Assicurati che i tuoi obiettivi non si concentrino solo sul peso corporeo o sul grasso corporeo, ma includano anche obiettivi di fitness, salute, forza e prestazioni. Questo ti manterrà molto più motivato se hai una settimana in cui la bilancia non si muoverà.

    Un fattore chiave per l’alimentazione durante tutto l’arco dell’anno, ma soprattutto nel periodo vacanziero, è la dieta flessibile. Ciò significa mantenere il tuo piano nutrizionale preciso dall’80% al 90% delle volte, riuscendo a goderti così tutti i tuoi cibi preferiti nel periodo delle vacanze con moderazione. Evita di pensare in modo dicotomico al cibo e di chiamare alcuni cibi buoni e altri cattivi. Non dimenticare mai che tendi a desiderare ciò che non ti è permesso avere. Diete rigide con elenchi di alimenti proibiti si ritorcono contro e, anche se non lo facessero, la restrizione non è un modo per godersi le festività natalizie.

    I migliori trucchi per avere successo con il tuo allenamento invernale sono gli stessi che dovresti usare tutto l’anno: fissare continuamente obiettivi di prestazione (avere obiettivi per ogni allenamento), creare un piano con un programma settimanale in cui ti impegni e rimanere responsabile (avere qualcuno nel tuo angolo in modo da poter mostrare a lui/loro i tuoi risultati e i tuoi progressi settimanali comparati con i tuoi obiettivi). Assicurati inoltre che il tuo piano includa un elenco di potenziali ostacoli e come ti comporterai se li incontrerai, comprese le contingenze per tutti i tipi di tempo. Inoltre, considera di provare un allenamento che non hai mai fatto prima. Provare esercizi, tecniche e programmi completamente nuovi può aggiungere quel briciolo di sale in più, una scintilla di motivazione e una ventata di freschezza che ti manterrà più euforico e motivato nelle giornate invernali più cupe.

    Ovviamente dipende dalla località in cui vivi e quale meteo incontri, ma è improbabile che tu non possa indossare cappotto, cappello e guanti e andare a fare una passeggiata solo perché è inverno. Tuttavia, se è tempestoso o pericolosamente freddo, o se preferisci, puoi effettuare le tue camminate e la parte cardio del tuo programma al chiuso su una cyclette, un tapis roulant, un vogatore o una macchina ellittica, o ancora, semplicemente con esercizi a corpo libero se non hai a disposizione le macchine o attrezzature cardio. Si, dipende da te, puoi farlo!

    Non è necessario nemmeno sfidare gli elementi e avere il coraggio di guidare fino a una palestra per allenarti con i pesi, puoi farlo anche a casa. Una configurazione casalinga semplice come manubri e una panca, oltre a bande elastiche di resistenza e l’allenamento a corpo libero possono farti raggiungere ottimi risultati e portarti lontano. E considera che puoi aggiungere più attrezzi se il tuo spazio e il tuo budget lo consentono.

    I mesi invernali sono anche un ottimo periodo per essere avventurosi e provare qualcosa di nuovo all’esterno, vale a dire gli sport invernali. Pensa a inserirli nel tuo piano di allenamento. Lo ammetto, non sono mai stato un fan del freddo, del ghiaccio e della neve. Anche se l’escursionismo e lo zaino in spalla sono i miei hobby preferiti dietro il sollevamento pesi, sono sempre stato un uomo di tre stagioni all’aperto.

    Io abito in New Jersey e verso la fine di ottobre, proprio quando le prime gelate stavano arrivando e le foglie stavano cadendo, ho deciso che questo sarebbe stato l’anno in cui finalmente mi sarei rifiutato di restare rinchiuso a casa. Ho deciso di continuare a fare escursioni. Ho anche fissato alcuni obiettivi di corsa, il più possibile sui sentieri. Tutto quello che dovevo fare era investire nella giusta attrezzatura, scarpe e capi caldi e ho continuato a uscire come ho fatto per il resto dell’anno. Non ho mai dovuto utilizzare il tapis roulant. Con mia sorpresa, mi piaceva stare fuori, anche con il freddo e la neve.

    A dicembre, dopo il primo grande temporale, ho fatto una cosa che non avrei mai pensato di fare: ho comprato il mio primo paio di scarpe da neve e sono uscito per oltre 5 miglia/8Km la domenica prima di Natale. Quanto bruciavano i quadricipiti ed è stato un serio test cardio. Non ho nemmeno le scarpe da neve tradizionali – ho le scarpe da corsa (da running). Scendere a palla dalle colline innevate è stata la cosa più divertente che io abbia fatto da anni.

    Allo stesso tempo, per questi ultimi tre mesi dell’anno, ho deciso di iniziare un nuovo programma di sollevamento pesi con una routine di split incentrata sull’ipertrofia che non avevo mai provato prima. (È una “divisione ibrida 3-2” di cui scriverò in un prossimo post). Ho incluso anche l’attrezzatura da palestra che avevo usato raramente prima – una landmine (Barra da bilanciere con una estremità fissa a terra e l’altra libera) – insieme ai miei soliti esercizi con bilanciere e manubri.

    Come risultato, il fissare nuovi obiettivi, creare nuovi programmi e provare cose nuove nel tardo autunno e la prima parte dell’inverno, mi sono trovato più coinvolto, entusiasta e motivato che mai e la mia attività complessiva (passi, miglia, calorie bruciate), è stata più alta che mai a metà dicembre. Mangiavo il 90% di cibo non trasformato, ma non stavo facendo una vera e propria dieta o limitando i macro nutrienti o i gruppi di alimenti. In realtà ho dovuto mangiare di più per evitare di perdere troppo peso e troppo velocemente.

    L’aumento di peso in inverno è un problema per molte persone. Ci sono molte forze che sembrano cospirare per farti mangiare di più e muoverti di meno, ma queste insidie ​​sono evitabili e le soluzioni non sono complicate. Non possiamo cambiare le stagioni, ma possiamo cambiare noi stessi, come pensiamo e come agiamo. L’ho fatto io, molti altri l’hanno fatto, e puoi farlo anche tu se segui i consigli di questo post del blog.

    Concludendo, ricorda che le festività natalizie di fine anno sono solo la prima parte dell’inverno. Gennaio e febbraio, a volte fino a marzo, sono i mesi più freddi e nevosi per la maggior parte di noi, e se hai un buon proposito di inizio anno senza un obiettivo significativo e/o un grande piano d’azione e una forte volontà di riuscita e improbabile che lo perseguirai e lo abbandonerai presto. Cerca una sfida di trasformazione corporea, tipo quella che organizzo sul mio sito; questo è il momento per sfruttare queste opportunità. È il momento di fissare nuovi obiettivi e fare nuovi piani per arrivare in ottima forma alla fine dell’inverno e in primavera.

    Allenati duramente e aspettati il ​​successo!

    Tom Venuto

    References

    Kräuchi K, Reich S, Wirz-Justice A, Compr Psychiatry. 1997 Mar-Apr;38(2):80-7. Eating style in seasonal affective disorder: who will gain weight in winter? . Psychiatric University Clinic, Basel, Switzerland.

    Hamilton SL, et al, UK adults exhibit higher step counts in summer compared to winter months. Ann Hum Biol. 2008 Mar-Apr;35(2):154-69, Department of Human Sciences, Loughborough University, Leicestershire, UK.

    Ma Y, et al, Seasonal variation in food intake, physical activity, and body weight in a predominantly overweight population, Eur J Clin Nutr. 2006 April; 60(4): 519–528. University of Massachusetts, Division of Preventive and Behavioral Medicine

    Newman, MA, et al, Monthly variation in physical activity levels in postmenopausal women. Med Sci Sports Exerc. 2009 41(2):322-7. Department of Epidemiology, University of Pittsburgh, Pittsburgh, PA 15213, USA.

    Ricci MR et al, Acute cold exposure decreases plasma leptin in women. Metabolism 49(4): 421-423, 2000, Rutgers University, Department of Nutritional Sciences.

    Uitenbrock DG, seasonal variation in leisure time physical activity. Med Sci Sports Exer 25(6): 755-760, 1993

    White, L., Increased caloric intake soon after exercise in cold water. Int J Sport Nutr Exer Metab, 15: 38-47, 2005

    Copyright Burn The Fat Inner Circle – Piero Maina.me

  • Carb Cycling Guide for Athletes

    Carb Cycling Guide for Athletes

    Carb Cycling Guide for Athletes

    Originally published on HVMN by Nate Martins.

    10,080–that’s how many minutes are in a week. Maintaining a diet through all those minutes, for weeks or months, requires supreme, almost unwavering willpower.

    Even The Rock doesn’t do it; his Sunday night cheat meals are stuff of legend, consisting of thousands of calories of his favorite food.

    The social side of dieting is tough. It takes dedication to remain unmoved on a diet; happy hour invites, dinners out, work-sponsored lunches–saying “no” to all these are small wins on the battlefield of dieting. For a diet like the ketogenic diet, avoiding carbohydrates can feel like tip-toeing through a minefield of Western, carb-centric eating.
    For athletes, it can be difficult because we rely so heavily on carbohydrates for fuel. Of course, there’s growing research about how to use bodily fat as a fuel source,

    1-but carbohydrates have been the gold standard exercise nutrition for years.

    Carb cycling is planned consumption of different amounts of carbohydrates, usually throughout the week. Everyone can develop their own carb cycle based on need; for example, keto athletes might work in carb days during especially hard training blocks.
    While carb cycling isn’t for everyone, it can be a great way to optimize a diet based on your personal needs.

    What’s a Carb, Anyway?

    There are three different types of macronutrient fuel sources in our food: fats, proteins and carbohydrates.

    The main function of dietary carbs is to be a source of energy. Some even argue they aren’t essential, and can be made from dietary protein and fat.

    2-This process is called gluconeogenesis, a metabolic pathway generating glucose from non-carbohydrate substrates.

    Carbs (especially refined carbs) raise blood sugar, resulting in the body producing extra insulin to bring that blood sugar down. Insulin is a hormone that triggers fat storage–so more carbs means more insulin which means more conversion of carbs to fat stores.

    As a fuel source, carbohydrates replenish glycogen stores in the muscle and liver. They also maintain blood glucose concentrations as fuel for the body, but also for the brain. That’s the spike in energy you experience after an afternoon stack, as blood glucose fluctuates throughout the day when we consume carbs.

    Simply put, carbohydrates are the body’s most readily available fuel. But when we don’t use that fuel, carbohydrate manifest as fat.

    When following a keto diet, lower carb intake is necessary (like 25g of carbs per day–the amount in a single banana). This encourages the body to burn fat and also to convert fat to ketones. Consuming carbohydrates causes insulin release, which inhibits ketone production in the liver.

    Science Behind Carb Cycling
    What is carb cycling, and why is it beneficial? Looking at the science can provide some clarity. Maybe a more accurate definition of carb cycling is carb manipulation.
    The goal is to match the body’s need for glucose depending on activity or activity level overall.

    High-Carb Days

    High-carb days are usually matched with workouts when you might need more glucose–like high-intensity interval sessions or a long day in the weight room.

    When you exercise at a high intensity, the body makes most of its energy from carbohydrates, either breaking it down aerobically (with oxygen), or anaerobically (without oxygen), forming lactic acid. This would be the optimal time to introduce a higher amount of carbohydrates into the diet because the body uses more carbohydrate during the workout itself, and then after the workout to make glycogen to refuel and decrease muscle breakdown.

    3 -When looking for your highest possible power or speed output, carbs are often necessary for the body to produce its best results during intense training sessions.

    Low-Carb Days

    In traditional carb-cycling, low-carb days are meant for days on which you do not train–the idea is the body doesn’t need carbs because its demand for fuel is far less than on workout days.

    But further investigation by scientists have shown some of the advantages of training on these low carb days, which has two main benefits: it helps to speed up general adaptations to aerobic training, and it increases fat burning and thus improves endurance.

    One of the key, groundbreaking experiments in this field was conducted using single-legged cycling exercise. Athletes had to cycle using just one leg at a time; the left leg cycled one hour straight, and the right leg did two half hours with a few hours in between where no recovery fuel was given. This means that the right leg was training in a carb depleted state during the second session. Muscle biopsy samples revealed that the twice-trained leg saw bigger gains in the enzymes that are key for aerobic respiration. This led to the conclusion that low-carb training could accelerate aerobic gains.

    4-Strategic low-carb days focus on switching the body back to using fat as energy and increase aerobic capacity. Research is continuing on this topic, but athletes are looking to boost the ability of the body to tap into fat as a fuel source, since we store more fat than carbohydrates.

    Training in a low-carb state has been shown to increase the ability of the body to burn fat over the long haul, improving metabolic flexibility.

    5- There have even been studies noting keto-adapted athletes can use fat in preference to carbohydrates for moderate intensity endurance exercises, in which carbohydrates would usually be used as fuel.

    6-But it takes time. Robert Sikes is a professional bodybuilder and founder/owner of Keto Savage. He’s a bodybuilder on the keto diet; backstage at events, he receives inquisitive looks from competitors when they find out he’s keto. But the results speak for themselves and after events, he’ll even get asked about he’s able to train with such little carb intake. He says it can takes years to full fat-adapt, and that it’s something that doesn’t happen in the short term.

    “You need to allow yourself to be completely adapted to life without carbs. Play the long game. Be diligent with hitting macros and eating wholesome foods.”
    Robert Sikes
    By controlling carbs, and the types of carbs consumed, there also may be a benefit in manipulating insulin and insulin responses.

    7-8-This would likely help with improving metabolic health.
    It is becoming widely accepted that athletes should adopt carb cycling or periodization of carbs based on training needs. This ensures fuel for the work required (so training intensity isn’t compromised), while also empowering the body to metabolically trapease between carbohydrates and fats as fuel sources as available.

    9Benefits of Carb Cycling

    The benefits are carb cycling are measured against personal goals. Do you want to improve body composition? How about improve training or recovery?

    Ask yourself what you want to achieve with carb cycling to best understand its benefits.

    Body Composition


    As with most diets, a major goal is usually weight loss. Because we consume such a high amount of calories as carbohydrates in Western diets, limiting those calories and carbs will ultimately lead to fat loss. The process aligns with most other diets: consume less calories than the body burns, enter a calorie deficit and promote weight loss.

    10-Though specific research on carb cycling is limited, generally studies show that limiting carb intake works well for weight loss. One study analyzed overweight women who had a family history of breast cancer. Three groups were randomly assigned different diets: calorie-restricted and low-carb diet, low-carb but unlimited protein and healthy fat, and a standard, calorie-restricted diet. Women in both low-carbohydrate groups showed better results for weight loss.

    11Performance and Recovery
    Training in a low-carb state can help with weight loss, boost fat burning capacity, and can speed up aerobic adaptation to training. However, athletes face a compromise when employing low-carb diets; they need the carbohydrates to perform at the highest intensity (especially in a race), and want to keep that energy system working well, but still want the benefits of carb restriction.

    Making sure the body has carbs for tough training can help performance. The body needs fuel for the most difficult exercise days. Since carbohydrates are the body’s most readily available fuel source, consuming carbs before a workout enables the body to train harder for high-intensity, short-duration exercise.

    12- Interestingly, even the presence of carbohydrates in the mouth (meaning, not actually ingested) can lead to increased performance, because they activated brain regions believed to be involved in reward and motor control.

    13-Carbs can also help accelerate recovery. After exercise, consuming carbohydrates can lead to glycogen resynthesis and protein synthesis (after resistance training).

    14-3– So, it’s easier to perform and recover if you have enough carbohydrate in your diet. Carb cycling means those big training days can be high quality.

    Other Benefits
    By cycling carbohydrate consumption, you may be afforded some of the benefits of both higher-carb and lower-carb diets–and avoid some of the common negative side-effects.

    Metabolic Health: The combination of two types of diets may help you become metabolically flexible.

    5-The days with low-carbs may have a positive impact on insulin sensitivity; this study showed the benefits of a low-carb, high-fat diet on glucose metabolism, lowering fasting glucose and insulin values.8 And when compared to a low-fat diet, a low-carb diet led to greater weight loss, which in turn led to a decrease in triglyceride levels

    15–high levels of triglycerides have been associated with cardiovascular disease.

    16-Hormone Health: There are some concerns that hormones might be negatively affected by a badly put together low-carb diet, but this could be mitigated by strategic carb feeding.
    High-carb feeding periods can potentially boost the levels of some vital hormones, like cortisol. There are some concerns that cortisol can decline when following a low-carbohydrate or ketogenic diet (although not much research supports this fear). To combat this possibility, either make sure your keto diet is well-formulated with enough calories and nutrients,

    17– or cycle periods of carbohydrate feeding to give your body a break.

    In men, testosterone concentrations were higher after a ten-day high-carbohydrate diet, while cortisol concentrations were consistently lower on the same diet, suggesting the power of diet (specifically the ratio of carbohydrate to protein) as a factor in hormone regulation.

    16-Thyroid hormones are essential to regulating metabolism,

    18– being crucial determinants of resting metabolic rate. But they themselves are in turn regulated by diet and metabolism because glucose fuels the production of those thyroid hormones. The thyroid produces a large amount of T4 hormones, which are then converted into T3 hormones (T3 is the active thyroid hormone influencing many body processes). When carb intake is reduced, conversion of T4 to T3 reduces.

    19– People worry that this might lead to a lower metabolic rate and thus slow down weight loss with a low-carb diet
    Longevity: The ketogenic diet may help to increase lifespan and healthspan.
    This might be increased further by taking a cyclical approach to the diet: alternating high-carb and low-carb weeks. One study fed a ketogenic diet to mice every other week. Results showed avoidance of obesity, reducing midlife mortality, and prevented memory decline.

    20How to Carb Cycle

    Anyone from ametuer dieter to serious athlete can carb cycle. There are different options for how carefully you implement carb cycling, depending on training and recovery needs as well as your overall goals.
    Creating a schedule, tracking your progress and targeting carbohydrate intake can help develop a well-formulated plan to succeed cycling carbs.

    Create a Schedule

    Before a single carb touches your lips, think about your goals. These will formulate your carb cycling plan.

    Do you want to lose weight, or maintain weight? Do you want to boost aerobic fat burning capacity or target a lean body composition?

    Then consider your typical training week. Which days are your most intense workouts? Which days can you recover, even without carbs? Do you meal prep to make sure you get enough quality, low-carb foods?

    Serious athletes might want to take it one step further and consider carb cycling over a longer period, to keep up with training or competition cycle. Instead of breaking up a single week into high-carb and low-carb days, each week would have a different carbohydrate goal. Weeks with a heavy training load would be carb-heavy, while weeks with a lower training load or coming into a weigh-in could be more low/moderate-carb.

    Your answers to these questions will determine how you go about cycling carbs. Don’t be afraid to change the schedule and be a bit flexible once you get started.

    Log calories and macros
    Establishing a calorie goal could prove helpful (especially if you’re trying to lose weight). Multiply your bodyweight by ten, and that’s the amount of calories to work toward if you want to lose weight. To gain weight, you can multiply your bodyweight by

    15– to garner a ballpark daily calorie target.

    Tracking your macros in a food journal or an app will help keep you accountable. Taking note of everything you eat will let you make sure you get enough calories from the right type of macronutrients while giving you a better understanding of how diet impacts your training output.

    Target for a High-Carb Day

    High-carb days should accompany your toughest training sessions of the week, such as intense intervals or prolonged weight training. These days call for about 2g of carbs per pound of bodyweight, and they’ll be your highest calories days. If you’re working out four times a week, and weight training once or twice a week, then you should have about one or two high-carb days each week.
    Note that you might want to eat high-carb the night before a heavy morning workout to make sure that you are fueled up and ready to go, even if the training on that day was not that intense.

    Target for a Medium or Low-Carb Day

    Low-carb or medium-carb days can be used to fuel less-intense workouts or recovery days. Depending on training volume, low/medium carb days can be anywhere from 50g – 150g of carbs.

    Training low doesn’t mean training on zero carbohydrates. On low-carb days, be sure to prioritize other macronutrients such as good quality protein and fat. High protein intake is important for post-workout recovery and the development of muscle mass. When cutting back on carbs, make sure you get enough calories, and the bulk of these should come from fat.

    There are a few strategies that you can use to control your carb intake around your training sessions.

    Training low: start your training having limited your carb intake beforehand. Implementing this strategy is simple. You may wake up and workout in the morning without eating before. You may even increase the effect by limiting carb intake the night before. If you workout during the evening, you may limit carbs from morning until that evening training session.

    Sleeping low: don’t refuel using carbs after a workout, and stretch out the period before you refuel by sleeping overnight before refuelling with carbs at breakfast. This has shown promise, with a recent review in elite cyclists describing how the “sleep low, train low” method (where morning exercise commences with less than 200 mM of glycogen), improved results for cycling efficiency.

    20-On low-carb days, be clever to ensure quality training and recovery. Performing on a low-carb day can be difficult, so consider taking a low-carb or keto energy source, such as HVMN Ketone. Elite athletes have used HVMN Ketone to give them BHB as a fuel during high intensity time trials, showing that if you really want to avoid carbs, swapping in ketones can be a great energy alternative.

    Another way to get a boost is to mouth rinse with carbs; this can improve performance without needing to actually eat carbs. You can also use caffeine before your workout, which is another reliable, carb-free way to get your body ready to perform.

    What about recovery? BHB from HVMN Ketone is a carb-free alternative for recovery on low-carb days. Studies have shown that not only is less glycogen broken down in training with HVMN Ketone,

    21– but glycogen

    22– and protein resynthesis

    23– are also increased by 60% and 2x respectively. BHB could be a great way to help protect your recovery but also keep carb intake low.

    Foods to Remember

    With all this talk of carbs, you need to know where to find them so you can either stock up or steer clear.

    A carb cycling diet requires high quality, healthy carbs and whole foods. Every once in a while it’s fine to treat yourself in epic, The Rock-like proportions, but from day-to-day, it’s all about maintaining balance. Good carbs include whole grains (like brown rice and oats), legumes (like beans, a good slow-digesting carb) and tubers (sweet potatoes).

    Foods low in carbs include meat (beef, chicken, fish), eggs, vegetables (like bell peppers, broccoli and mushrooms), nuts (almonds, walnuts) and dairy (cheese, yogurt). Building a meal plan to incorporate all these types of food should help with each phase of the carb cycling. Even better? Meal prepping, so the stress of cooking depending on the day goes out the window.

    But don’t forget about fiber; it plays an important role in weight loss, energy maintenance, regulating blood sugar and controlling hunger. Though fiber is a carb, it doesn’t raise blood sugar like other carbs and plays an important metabolic role because it doesn’t convert to glucose.

    Is Carb Cycling Right For You?
    It depends on your goals. It also requires some experimentation–based on your lifestyle and fitness routine, finding the right balance of high-carb and low-carb days can take some time and will probably change over the long-term.

    What’s nice about carb cycling is the flexibility. It empowers a dieter some choice, while also providing the ability to fuel on days where it’s required, like ahead of intense training sessions. Benefiting from each could help an athlete reach goals for exercise, as well as goals for body composition. But remember to check with your doctor before implementing such wholesale changes to the way you eat.

    If you’ve tried carb cycling, let us know the results in the comments.

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  • Rieducazione Del Ginocchio Dopo Operazione Di Ricostruzione LCA – La Mia Esperienza

    Rieducazione Del Ginocchio Dopo Operazione Di Ricostruzione LCA – La Mia Esperienza

    Titolo: Rieducazione Del Ginocchio Dopo Operazione Di Ricostruzione LCA – La Mia Esperienza

    Autore: Piero Maina

    Conteggio Parole: 2.399

    Riprendiamo con questo articolo da dove ci eravamo lasciati  e cioè dopo l’operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA). Argomento che è stato trattato ampiamente in questo mio precedente articolo. (Clicca qui per l’articolo)

    L’ articolo in questione racconta maggiormente come si è svolta l’operazione di ricostruzione dell’ LCA che nel mio caso ha interessato anche la regolarizzazione del menisco mediale sinistro nel corno posteriore e ho parlato anche del primo approccio rieducativo che ho effettuato presso la casa di cura Villa Stuart di Roma. Oggi siamo quasi a cinque mesi dall’intervento e le cose vanno senz’altro meglio anche se durante il periodo trascorso dalla pubblicazione del precedente articolo ad oggi ho avuto altri incidenti di percorso e infortuni che hanno reso le cose già di per se non troppo semplici, ancora più complicate. Ci eravamo lasciati in trentesima giornata circa, per differenza quindi abbiamo cento giorni di rieducazione da prendere in esame, premettendo come mio solito che ogni fisico e persona reagisce in maniera diversa, oltre allo stato di forma che uno possiede, l’età e l’impegno dedicato. Ma guardiamo la MIA esperienza.

    I primi trenta giorni nella rieducazione attiva, sono stati maggiormente spesi sugli esercizi isometrici, tesi soprattutto ad “asciugare” il ginocchio, a recuperare l’estensione che è molto più importante del piegamento. Sono senz’altro importanti tutt’e due, ma mentre il piegamento potrà essere recuperato nel tempo gradualmente, se avremo un deficit in estensione, ne risentiremo maggiormente nella nostra deambulazione.  Oltre agli esercizi isometrici da sdraiato con cavigliera da 1Kg/2 Kg, (che nel tempo diventeranno 4 Kg/5 Kg) abbiamo cominciato ad introdurre la camminata lenta su tapis roulant. Molto importante in questo caso è imparare nuovamente ad appoggiare correttamente il piede sul terreno che per forza di cose, non sarà proprio corretto. Ci sarà un atteggiamento difensivo, sia per il dolore che per la paura, oltre ad una effettiva incapacità dovuta anche ad un cambiamento nella propriocettività e ad una vera e propria fatica a distendere la gamba infortunata. Pertanto lo scopo era di imparare nuovamente ad appoggiare il tallone della gamba operata  sul terreno e farlo “rullare” fino alla punta. Questo processo che all’inizio risulterà a seconda dei casi un po’ scomodo, diverrà via, via più naturale. Di solito entro il secondo mese dall’intervento, si abbandona la rieducazione motoria in acqua/piscina, ma nel mio caso ho protratto per due volte a settimana il lavoro in acqua fino a fine Aprile e quindi a oltre tre mesi dall’operazione. Il mio ortopedico, Dr. Prof.  Attilio Rota, primario del reparto ortopedia dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, ha voluto un protocollo più conservativo e che premiasse maggiormente il recupero nella mobilità e flessibilità, piuttosto che della massa muscolare e della forza. Lui ha sempre sostenuto che muscolarmente ero avanti con i tempi, a discapito della mobilità. Ha sempre detto, con ragione, che una volta a posto con l’articolazione, sviluppare nuovamente la massa muscolare avrebbe richiesto tempi corti e con meno rischio di compromettere sia lo stato di salute che delle “performances” del ginocchio stesso. Quindi ho passato i tre mesi, (Febbraio, Marzo e Aprile) a Villa Stuart suddividendo i cinque giorni in tre giorni di lavoro a secco in palestra e due giorni in piscina per mobilità a gravità ridotta.

    Vediamo meglio in cosa consisteva il mio protocollo a secco, che non è praticamente mai cambiato, se non per l’intensità degli esercizi e anche del carico e magari nell’ultimo mese, si è abbandonata maggiormente l’isometria per far posto al potenziamento e alla propriocettività.

    Quindi, dal secondo mese, arrivavo in palestra e cominciavo con 15/20 minuti sulla cyclette della Technogym con freno che nei primi giorni lasciavo a 1 e poi nel tempo ho portato anche a 12 su una scala che arriva a 25. Come ho già scritto qui non dobbiamo lavorare come se gli arti fossero sani e pertanto la potenza sviluppata in watt non sarà elevatissima. Nelle prime sedute sviluppavo da 30 a 70 watt e nelle ultime sedute di fine aprile ho superato i 220 watt, per brevi periodi, anche perché il fiato era corto, ma niente a che vedere con quanto sviluppavo prima dell’incidente. Dopo la prima fase di  riscaldamento sulla cyclette passavo all’ercolina,(cavi) che attaccavo  alla caviglia della gamba infortunata e con i pesi che ho aumentato nel tempo, (5Kg/7 Kg all’inizio e 16 kg negli ultimi giorni) facevo a gamba tesa le estensioni sui quattro lati. 4 serie x 20 ripetizioni. Dopo passavo alla pressa inclinata a 45° e in questo caso siamo partiti con 30kg solo sulla gamba infortunata, per arrivare nel tempo a 60 kg. 5 serie X 20 ripetizioni. Di seguito facevo dei semi squat con la Swiss Ball dietro la schiena, appoggiata ad una colonna, 3 serie x 20 ripetizioni per continuare con le tavolette propriocettive di varie forme e con vari punti di appoggio. Mi esercitavo rimanendo in equilibrio su un solo piede, (gamba operata) o per due minuti in squat/accosciato, spingendo da un piede all’altro su pedana instabile circolare; durissimo! I quadricipiti urlavano vendetta. Poi tornavo a correre sul tapis roulant, ma questo è avvenuto dal mese di marzo  (alternavo il passo alla corsa, partendo da 8 km/h e negli ultimi tempi arrivavo anche a 12 km/h. Facevo 1 minuto al passo e 2 di corsa per 15 minuti. La camminata era fra i 4 e i 6 Km/h con inclinazione a 4°/6°) e solo sul tapis roulant. Su strada ho ricominciato l’altro ieri, (10 giugno) alternando il passo alla corsa per 25 min. e poi passo fino a completare un ‘ora di esercizio, non corro ancora, ovviamente, per un’ora intera e il ginocchio sotto il menisco  mediale operato, ancora “punge” in certi momenti, ma poi passa e il ginocchio è bello asciutto.

    Tornando agli esercizi in palestra, dopo la corsa facevo l’ellittica o glidex , con freno a 12 su una scala massima di 25, per 12/15 min senza appoggiare le mani ai sostegni mobili e ritmi di 160/200 per minuto. Finivo con la leg extension, partendo da metà corsa, in modo da non sovraccaricare il neo legamento ed effettuavo vari esercizi di potenziamento del vasto mediale e vasto laterale, con contrazioni di vario tipo.  4 serie da 20 ripetizioni con 15 kg. Poi stretching e ghiaccio e per finire un bel massaggio!

    Tempi di allenamento tutto compreso, circa due ore e mezza, mentre in piscina i tempi di esercizio erano inferiori, circa un ora e mezza.

    A casa mi allenavo con il P90X nel pomeriggio per tre volte a settimana e il mio ortopedico visto come stavo progredendo mi ha detto che potevo cominciare ad allenarmi da solo e di non andare più a Villa Stuart. Quindi ho ricominciato ad uscire in Mountain Bike (MTB), ma il 15 maggio scorso, sono caduto fratturandomi il gomito sinistro, per l’esattezza il capitello radiale. Sempre a sinistra. Non contento, durante il periodo di immobilizzazione totale che è avvenuto tramite tutore Donjoy, si è formata una tromboflebite venosa superficiale (per fortuna) nella vena mediale del gomito sull’avambraccio e ora sto prendendo forti dosi di eparina (clexane 8.000 U.I. X 2 al giorno). Questi due incidenti, naturalmente hanno rallentato completamente i miei tempi di recupero, perché adesso oltre alla gamba sono infortunato anche nel braccio. Ho continuato ad allenare gli addominali e a fare quello che potevo con il braccio destro. Ad oggi ho ancora dolore, ma da due giorni ho ricominciato ad uscire in MTB e a corricchiare, con le dovute attenzioni. Fermo ancora con i pesi, intanto potenzio le gambe e sabato farò le radiografie di controllo per vedere se la frattura si è saldata correttamente. Porto poi un bracciale compressore per la circolazione sanguigna nel braccio sinistro e spero di riuscire a recuperare la vena. Anche perché nel mese di aprile di trombosi ne ho avuta un’altra, sempre nel braccio sinistro, sempre superficiale nella vena cefalica del bicipite sinistro  e avevo già preso clexane (8.000 U.I. x 2 al giorno) per trenta giorni. Questa tromboflebite si è formata in seguito a una RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) con liquido di contrasto e visti i miei trascorsi (l’articolo qui) con le trombosi, si è pensato che abbia qualche problema di coagulazione, ho effettuato uno screening tromboflebitico ed in effetti ho una mutazione genetica dell’ MTHFR – A1298C che è mutato in eterozigosi. Ma sia il C677T che l’omocisteina sono normali e così il fattore V di Leiden e tutti gli altri marcatori. Quindi non sembra una situazione gravissima, ma sono candidato all’assunzione quotidiana di cardioaspirina e a trattamenti anticoagulanti preventivi, in caso di lunghi viaggi in aereo, operazioni chirurgiche o immobilizzazioni degli arti per lunghi periodi. Anche su questo aspetto è bene chiarire perché ogni medico per l’esattezza angiologi, dice la sua e c’è chi dice di prendere la cardioaspirina,chi dice che nel mio caso non serve a nulla, chi dice che avendo l’omocisteina normale, la mia non è una situazione di persona che sviluppa trombosi. Mettetevi d’accordo, qui non parliamo di bastoni da golf, ma della salute di persone.

    Rimaniamo in tema con la rieducazione. Il recupero in acqua invece è servito a rieducare il ginocchio senza la forza di gravità che si avverte a secco in palestra e quindi la piscina è una vera manna per chi deve recuperare da un infortunio che ci ha lasciato immobilizzati per un certo periodo. Sia esso un intervento ai legamenti, che alla spalla, anca, gomito, etc. Come ho scritto sopra, ho passato due mesi e mezzo in piscina, al contrario di altri pazienti che avevano cominciato con me, ma dopo il primo mese sono stati dirottati alla sola rieducazione a secco. Pareri discordanti e protocolli differenziati, da medico a medico. E ripeto che sono un atleta e anche in forma, nonostante l’età e ho visto quindi pazienti senza dubbio meno in forma e con muscolatura poco allenata lasciare la piscina anzi tempo. Vedremo nel tempo i risultati.

    Il mio ginocchio sta bene e ora sto ritornando piano, piano all’attività normale, farò qui di seguito il punto dopo l’estate, visto che saranno trascorsi otto mesi che per la ricostruzione dell’ LCA con tecnica S+G (Semitendinoso + Gracile) è il tempo per il pieno recupero che si estende fino a due anni per il consolidamento dell’intervento e del neo legamento. La vera prova del nove comunque, l’avrò quando rimetterò gli sci ai piedi, sia per le sensazioni nelle gambe, ma anche per l’aspetto psicologico, visto che scio da sempre e questa volta, mi sono infortunato così gravemente, non facendo allenamento in gigante/super G, ma in una discesa normalissima, in una situazione altrettanto normale e mi chiedo quindi se saprò scendere ancora con la stessa disinvoltura .

    Eccoci qui, gli sci sono stati rimessi ai piedi durante le scorse vacanze Natalizie e problemi non ne ho avuti. Non ho fatto allenamenti o altro, ma le curve le ho tirate come al solito, senza esagerare e per brevi tratti, ma come potete vedere dalla foto pubblicata qui sotto, sembra tutto normale. La mia stagione invernale per quest’anno si limiterà ad un’altra uscita durante le prossime vacanze Pasquali, neve permettendo e basta. Sono tornato a giocare a golf a tempo pieno e non ho voglia di rischiare altri infortuni ora che la stagione entra nel pieno e quindi, anche se a malincuore non ho fatto uscite con lo sci club , né settimane bianche di allenamento e per quest’anno va bene così. Ora parliamo un po’ della rieducazione vera e propria.

    Piero Crans Montana 2015
    Piero Gennaio 2015 – Clicca sull’immagine per Ingrandire

    Il ginocchio a tredici mesi di distanza dall’intervento, si presenta in buono stato, non è gonfio, né si gonfiava dopo allenamenti di running o durante gli squat con carichi medio pesanti, né durante l’attività sciistica che ho svolto senza l’ausilio di tutori e questo è buono. L’unica nota che stona è invece un rumore di click-  clack, che sembra provenire da sotto la rotula e che prima non sentivo, almeno non in maniera così marcata. La sensazione è proprio come se tibia e femore slittassero una sopra l’altro e andassero ad incastrarsi; non  c’è dolore e non avviene sempre, lo sento di più quando distendo e quindi, visto che gioco a golf, lo sento durante il passaggio impatto/finish e anche quando in campo cammino su pendii non in piano. Ho segnalato la cosa agli ortopedici, ma dicono che sia normale e la tenuta/lassità dei legamenti alle varie prove manuali è buona e come ho scritto sopra non ho problemi di sorta, ma questo click- clack prima non c’era.

    Ad oggi faccio ancora fatica ad arrivare a toccare con i talloni i glutei, o meglio con la sola gamba destra che è quella sana, arrivo senza alcun problema e vado anche oltre, mentre se provo ad inginocchiarmi e ad abbassare i glutei verso i talloni, all’inizio sento sia tirare che un leggero dolore e mano/mano che si scalda mi avvicino sempre di più, ma non tocco ancora completamente. Peggio succede da in piedi quando afferro il  piede sinistro con la mano e provo a tirarlo verso il gluteo. Devo inchinarmi in avanti per prendere il collo del piede e subito c’è resistenza per poi piano, piano cominciare a cedere e arrivare vicino al gluteo, ma anche in questo caso manca ancora un pochino. Va molto meglio rispetto a qualche tempo fa e probabilmente le cose miglioreranno ulteriormente nei mesi seguenti, ma al momento è così.

    Concludendo, sto rifacendo tutto, senza grossi problemi, alleno le gambe facendo squatdeadlift  e leg extension, oltre a correre, andare in bici e tutte le normali attività compresi balzi e cambiamenti di direzione veloci, ma il ginocchio non è più sicuramente quello di una volta. Inoltre va considerato anche che non ho avuto solamente l’intervento al crociato anteriore e menisco mediale, ma avevo lesioni anche agli altri legamenti e al piatto tibiale, ma non avendo il ginocchio che si gonfia né altri dolori forti, la situazione non è malvagia, salvo quel click – clack che spero in futuro non si riveli come processo degenerativo delle cartilagini e di non sviluppare artrosi del ginocchio, anche perché essendo sportivo, non posso dire di lasciarlo inattivo. Quindi a chi si trova nella stessa situazione, raccomando di eseguire la fisioterapia post intervento con la massima diligenza e impegno e di protrarla il più a lungo possibile, così come il potenziamento di tutti i muscoli della gamba che aiuteranno a supportare meglio l’attività del ginocchio e tutto tornerà in molti casi come prima o molto vicino a prima. E questo ve lo dice uno che non è nemmeno più giovanissimo!

    In bocca al lupo per tutto!

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  • Burn The Fat Summer Challenge 2013….Ancora in gioco….

    Burn The Fat Summer Challenge 2013….Ancora in gioco….

    Titolo: Burn The Fat Summer Challenge 2013….Ancora in gioco….

    Autore: Piero Maina

    Conteggio Parole: 3.000

    Ciao a tutti,

    anche quest’anno ho deciso di prendere parte alla Burn The Fat Summer Challenge, la sfida di trasformazione corporea/dimagrimento della durata di 98 giorni/14 settimane. Per me si tratta del quarto anno consecutivo e sono riuscito a terminare con successo tutte e tre le passate edizioni. L’anno scorso non solo ho raggiunto e superato l’obiettivo che mi ero prefissato, (6% di massa grassa) ma ho anche ricevuto il premio come il più definito nella categoria oltre i 50 anni (Most Ripped Man Over 50). Non racconto nuovamente il tutto perché l’argomento è stato ampiamente trattato nell’articolo riguardante la Summer Challenge del 2012 e chi è interessato può leggere la mia esperienza cliccando qui.

    Avevo già in programma di partecipare alla gara di quest’anno e il mio progetto era di incrementare la mia massa muscolare/massa magra durante l’inverno. Provenivo dalla fine della scorsa summer challenge a Settembre 2012 con una percentuale di massa grassa corporea pari al 4,9% e devo dire che senza troppa fatica fino alla fine di gennaio avevo mantenuto un risultato intorno al 7 % pur avendo “gozzovigliato” durante le festività Natalizie e non rinunciando anche a incursioni su qualche dolce. Non crediate che nel programma di Burn the Fat FeedThe Muscle ci siano cibi vietati, si può mangiare di tutto, naturalmente stando attenti alle quantità; nel periodo di gara invece, meno “sgarri” si fanno e maggiori saranno le probabilità di successo. Da settembre 2012 in avanti, avevo continuato gli allenamenti e fino a dicembre la mia alimentazione è sempre stata “pulita” senza sbandate e utilizzando la tecnica di manipolazione dei carboidrati con un rapporto di 1:3. Un giorno di surplus e tre di scarico, non totale, circa 2 grammi per kg di peso corporeo. Da Gennaio a Marzo ero cresciuto un poco di massa grassa, ma ero sempre “tirato” e avevo in programma di “lievitare” fino all’inizio della Burn The Fat Summer Challenge 2013. Per chi ha letto l’articolo sulla Summer Challenge 2012, è inutile spiegare che lo scopo è di perdere grasso e non peso, oppure anche peso se manterremo la nostra attuale massa muscolare. Il tentativo comunque è di non sacrificare nemmeno un etto di muscolo, ma di perdere solo grasso a differenza delle normali diete che invece si preoccupano del peso sulla bilancia. L’altra differenza nella Summer Challenge è che si verrà premiati in base alla trasformazione corporea rispetto a se stessi, più che rispetto agli altri o a un eventuale modello. Ognuno deve provare a dare il meglio di se e trasformarsi rispetto alla stato iniziale. Anche in questo caso è superfluo che racconti nuovamente come funziona lo stile di vita di Burn The Fat Feed The Muscle perché c’è l’articolo che lo spiega qui.

    Sopra ho raccontato come è proceduto il mio stato di forma, ma non ho detto che già prima dell’inizio della Summer Challenge 2012 ero affetto da una forte epicondilite al gomito destro e da un’ inizio di epitrocleite a quello sinistro. Sono golfista e questa è una patologia a cui si va soggetti, così come i tennisti. Mi ero fatto un’infiltrazione di cortisone al gomito destro nel mese di gennaio 2012 e il sinistro l’avevo risparmiato, visto che riuscivo a convivere con il dolore, ma a giugno, proprio all’inizio della Summer Challenge il dolore al gomito destro era tornato molto forte e se volevo continuare ad allenarmi dovevo effettuare un’altra infiltrazione di cortisone. Cosa che ho fatto, ma l’effetto benefico è durato un solo mese e sapevo che non potevo ripeterne un’altra, il cortisone si sa, fa più male che bene. Ho incontrato un medico che mi ha infiltrato con l’ozono e il miglioramento temporaneo c’è stato, ma non sono riuscito a dare continuità alla cura e il dolore non solo è tornato a destra, ma e venuto anche a sinistra e pure l’epitrocleite a sinistra è aumentata con forza. Sono riuscito a concludere la scorsa Summer Challenge stringendo i denti e le foto le avete viste nell’articolo riferito al 2012 qui. La mia speranza era che durante l’autunno/inverno, la malattia ai gomiti piano, piano sarebbe passata, ma invece di regredire è aumentata. Il problema non è solo il golf, ma l’allenamento con i manubri e le trazioni alla sbarra. I pesanti manubri in certe posizioni sono delle pugnalate per le guaine tendinee/inserzioni ossee e quindi all’inizio del 2013 ho dovuto accettare di ridurre gli allenamenti per le braccia, spalle e dorsali fino a quasi fermarmi completamente. Avendo effettuato una ecografia ad entrambi i gomiti, ho potuto vedere perché il cortisone non riusciva a fornire risultati duraturi: avevo le calcificazioni nelle guaine dei tendini. A quel punto le soluzioni sono due, (che io conosco)  la via chirurgica, (che sinceramente avrei evitato volentieri) o le onde d’urto (e anche qui ce ne sono di vari tipi). Naturalmente ho preferito le onde d’urto e ho fatto una prima seduta a Febbraio 2013 con una macchina elletroidraulica , molto potente a Trento, un vero martello che ogni volta che “picchiava” sulla parte dolorante provocava un dolore terribile, mi si stendevano le dita delle mani e ho dovuto stringere i denti e trovare concentrazione per resistere al dolore. Oltretutto a quei tempi ero davvero infiammato. Comunque ho fatto 1800 colpi in un’ unica seduta, seicento colpi per gomito per l’epicondilite, più altri seicento all’interno del gomito sinistro per l’epitrocleite. Il primo risultato è stato che avevo ancora più male, poi il dolore è diminuito un poco, ma sempre impossibile allenarsi. Ho effettuato una seconda seduta a Roma con una macchina elettromagnetica e mi sembrava ridicola rispetto a quella di Trento, mi sembrava che sui gomiti mi venisse passata una di quelle macchinette per accendere il gas e non ho sentito quasi dolore. Il dolore nei gomiti però è rimasto tale e quale. Ho ripetuto a metà Marzo un’altra seduta a Trento e il dolore era ancora forte, ma nei giorni seguenti l’ho sentito meno “radiale” e più circoscritto. Allenamenti ancora niente, anche perché proprio il giorno prima di scendere a Trento dall’Alto Adige, in una caduta banale sugli sci ho riportato la lesione parziale del legamento crociato anteriore sinistro (LCA) e la lesione del menisco mediale sempre sinistro, oltre a due fratture intraspongiose del piatto tibiale e alla lesione degli osteocondriti femorali. Tombola! Rispetto alle prime visite in Alto Adige, a Roma pur avendo avuto la conferma di quanto sopra, le prove manuali hanno mostrato un ginocchio stabile, forse dovute alla mia muscolatura allenata (ho sciato tutto l’inverno e ho fatto molte uscite in mountain bike) . Comunque non abbiamo operato il legamento e per il menisco stiamo ancora decidendo. Ad oggi che scrivo ho dolore alla parte mediale sinistra, non un vero e proprio dolore, è un dolore sordo e il mio ortopedico mi ha detto che potrebbe ancora operarmi al menisco, che tra l’altro ha già operato nel 2001. Pertanto oltre allo stare fermo con gli allenamenti con i manubri da metà marzo a metà aprile, ho dovuto fermarmi con tutto il resto per via del ginocchio. Poi con il consenso del mio ortopedico ho ricominciato con la MTB,(mountain bike) ma dopo 3 uscite sono caduto e mi sono rotto il pollice della mano destra. Una caporetto! Anche con il pollice rotto dopo una settimana ho ripreso gli allenamenti in MTB, difficile utilizzare il cambio, ma con un tutore e un po’ di buona volontà, sono riuscito a progredire. E i gomiti? Ho fatto una quarta seduta nel mese di aprile e questa volta pur avendo ancora male, soprattutto quando utilizzavo i flessori delle mani, le “martellate” della macchina delle onde d’urto non mi facevano più male, era come colpire una qualunque parte del corpo sana e il dolore era oramai circoscritto a piccole aree. Ed infatti ho male ancora oggi, ma sempre meno e sento che sono in via di guarigione, Considerate poi che dal 10 giugno, giorno in cui è partita la Summer Challenge, ho ripreso gli allenamenti con i manubri e le richieste di sforzo stanno aumentando quotidianamente. Avendo ancora dolore per certi esercizi, la paura era che sarebbe peggiorato tutto, invece  sta andando molto meglio e non so in quanto tempo ancora, ma dovrei guarire completamente. Almeno adesso è un dolore sopportabile e sto anche giocando a golf senza sentire dolori impossibili.

    Ecco spiegato perché il mio progetto di aumentare di massa (grassa e magra) è naufragato. Avrei dovuto mangiare molto e in un certo modo, ma avrei anche dovuto allenarmi in maniera ambiziosa e questo non è stato possibile per i fatti raccontati sopra. Fino a Marzo comunque ero ben allenato, un po’ meno nelle braccia e ora sto tornando piano, piano ai miei livelli con un grande incremento come attività cardio che effettuo 6 giorni a settimana su 7. Alterno MTB alla corsa e al nuoto, oltre all’allenamento contro resistenza che come sapete è il P90X Hybrid.

    Non posto le foto iniziali che sono state postate nel forum di gara per scaramanzia, ma le posterò a fine gara dopo il 16 Settembre 2016, sto cercando di mantenere il peso a tutti i costi, ma va da se che senza steroidi in tre mesi, non potrò fare molto e quindi dovendo arrivare al 4% di massa grassa scenderò per forza, ma è certo che con la giusta alimentazione e i giusti allenamenti, non diminuirò la quantità di muscolo che ho adesso.

    Per chi è interessato ai dati, ho iniziato la Summer Challenge il 10 giugno con un peso totale di 83 Kg. per un’altezza di 178 cm. e la massa grassa che è lievitata al 17,5%. Progetto ambizioso in 98 giorni è di arrivare al 4%. Oggi è il 7  luglio e sono già all’11%. avendo perso 7 cm. di giro vita e il peso totale è ancora a 78 Kg. in meno di un mese. Presumo che arriverò intorno ai 72 kg. di peso totale e tra i 70/72 cm di giro vita, per settembre, mentre avrei voluto essere 78 Kg. con il 4% di massa grassa nello stesso periodo. Perché questo avvenisse avrei dovuto operare in un certo modo durante l’inverno, ma va bene così. Ricordo sempre che sono principalmente un’atleta e non solo un bodybuilder (sono atleti anche loro per carità), ma voglio dire che preferisco riuscire bene in altre discipline sportive e non avere solo massa muscolare da mostrare, magari costruita con steroidi.

    Aggiornamento al 31/07/2013:

    Siamo alla settima settimana di gara e quindi siamo a metà percorso. I gomiti sembrano andare meglio e questo è un gran bene per la riuscita degli allenamenti, il ginocchio sinistro sembra essere stabile e ogni tanto si fa sentire con qualche dolorino “sordo”, ma al momento riesco sia a correre che ad andare in MTB, evito i balzi e quindi tutta la parte del “Plyometric”. Anche i piedi con il neuroma di Morton mi stanno lasciando respirare e nonostante un piede sano da sensazioni nettamente differenti da quelle che provo io, già non avere fitte costanti è per me un risultato di successo. A parte infortuni e salute, mi sto allenando duramente soprattutto come attività cardio e sono a 6 sedute settimanali con giornate in cui effettuo doppio cardio oltre all’allenamento contro resistenza che per me è il P90X-P90X2-Hybrid. La parte più importante, anche se sinergica con l’allenamento e l’aspetto mentale, la gioca sempre l’alimentazione. In questi primi 49 giorni di gara è stata maniacale e lo sarà fino al 98imo giorno di gara. Vi ricordo che sono partito da più del 17% di massa grassa ed ho fissato il mio obiettivo a 14 settimane al 4%. Obiettivo molto ambizioso già di per se e diventa ancor di più ambizioso, partendo da una soglia così alta e con un età superiore ai 50 anni. Ammetto che per quanto ho fatto e sto facendo, mi aspettavo risultati appena migliori. Certo non posso lamentarmi ed oltretutto io non ricerco perdite di grasso esagerate in breve tempo perché spesso più che grasso si perde peso/muscolo/liquidi e invece io sono per una perdita di circa 0,5 Kg. di grasso a settimana mantenendo e/o aumentando il muscolo/massa magra a tutti i costi. Comunque qui sotto i numeri al giro di boa di metà gara:

    Altezza 178 cm. Età 51 anni e 8 mesi

    Massa grassa: 9,57% – iniziale: 17,5%

    Giro vita: 77 cm – iniziale: 86 cm.

    Massa Magra: 68,45 kg. – iniziale 68,94 Kg.

    Peso totale: 77 Kg. – iniziale: 83 Kg.

    Aggiornamento al 20/08/2013:

    Sono a 4 settimane dalla fine, un tempo abbastanza lungo per il raggiungimento del mio obbiettivo, ma allo stesso tempo abbastanza poco e con poco margine di errore per non fallire. Come ogni anno è così per tutti, anche gli esperti bodybuilder o fitness model, l’ultimo grasso da bruciare è il più testardo (stubborn), il più lento ad andare via e non sempre ci si riesce se non si resta concentrati e confidenti in quello che si sta facendo, senza farsi prendere dal panico. Sto facendo molta attività cardio, maggiormente MTB e running e alterno anche nuoto e HIIT (High Intensity Interval Training) . Il problema è saper individuare quando l’attività cardio è troppa oppure la quantità di macronutrienti è poca in riferimento all’attività svolta e ancor di più conoscendo e sapendo le quantità di macronutrienti in percentuale al totale delle calorie ingerite. Sembra un controsenso, ma aumentando troppo l’attività cardio e riducendo drasticamente le calorie ingerite, il rischio è di vedere rallentare ulteriormente il metabolismo e di rallentare di conseguenza anche la perdita di grasso. Eppure siamo in una situazione di deficit calorico aggressivo e matematicamente dovrei dimagrire tanto settimanalmente. Quello che sulla carta sembra scontato, non sempre trova riscontro nella realtà. Non dimentichiamoci poi che il nostro obiettivo è di perdere solo il grasso e non solo peso e quindi conservando e/o aumentando la massa magra. Questo tipo di difesa dell’organismo avviene appunto nelle fasi finali del dimagrimento e soprattutto se stiamo tagliando troppo e da troppo tempo le calorie. Il raggiungimento della soglia di “plateau” è quasi scontata. Sto facendo i conti anch’io con questa situazione e sulla base dell’esperienza e delle risposte del mio organismo sia attualmente che negli anni passati, adotto strategie diverse che vanno dall’aumentare l’intensità delle sessioni, al tempo o al numero per quanto riguarda l’attività cardio e anche per l’allenamento con i pesi si cerca di modificare l’intensità o il tempo di riposo fra una serie e l’altra o il numero di ripetizioni e ancora la quantità di peso con cui si lavora. E naturalmente agendo sulla parte più importante che è l’alimentazione attivando una dieta ancor più restrittiva e tagliando i carboidrati (come sapete non completamente) e ogni tre giorni invece ricarico i carboidrati e le calorie totali. Nei giorni in cui scarico i carboidrati, per quanto provi a lasciare invariate le quantità di proteine e grassi, se mi alleno sarò obbligato ad agire su questi due macronutrienti aumentandoli per avere un deficit calorico fra calorie utilizzate e quelle ingerite intorno al 20-30%.

    Vediamo i numeri a lunedì 19 agosto e poi ci aggiorneremo definitivamente dopo il 16 settembre che è il termine della Summer Challenge:

    Altezza 178 cm. Età 51 anni e 8 mesi

    Massa grassa: 7,56% – iniziale: 17,5%

    Giro vita: 75,5 cm – iniziale: 86 cm.

    Massa Magra: 68,59 kg. – iniziale 68,94 Kg.

    Peso totale: 74,2 Kg. – iniziale: 83 Kg.

    Aggiornamento al 22/08/2013:

    Goal! L’edizione 2013 della “Burn The Fat Summer Challenge” è terminata. Per me lunedì 16 settembre, per una durata totale di 98 giorni o 14 settimane. Gli ultimi concorrenti hanno terminato giovedì 19 settembre e anche quest’anno su circa 4.000 partecipanti solo 225 hanno portato a termine la sfida. Nuovamente, di questi 225 più della metà non hanno raggiunto significativi risultati/cambiamenti, almeno quelli visibili dalle foto. Hanno solo pubblicato regolarmente le loro statistiche settimanali e le foto finali. Questo ci fa capire che quello che sulla carta può risultare facile, non lo è poi nella realtà.

    Veniamo al mio risultato: ho replicato il risultato dello scorso anno, ma a differenza del 2012, sono partito da un coefficiente di percentuale di massa grassa superiore di oltre 2% e l’obbiettivo che avevo fissato al 4% era veramente molto/troppo ambizioso per essere raggiunto in 98 giorni, per dimagrire ad un tasso conservativo che permettesse di mantenere o anche incrementare la percentuale di massa magra. Sono arrivato al 4,98%, non è cifra tonda, ma per quanto mi riguarda l’obbiettivo è stato raggiunto. Tenete presente poi che ci sono sicuramente parti del corpo che presentano valori più alti e altri più bassi. Se guarderete la foto della schiena, potrete notare la definizione e le striature che indicano una bassissima percentuale di grasso. Inoltre sempre dalle foto, a paragone con quelle dell’anno scorso, mi sembra di avere ottenuto un miglioramento in termini di massa e simmetria e anche per certi aspetti come definizione. Ora attendiamo il giudizio dei giudici che avverrà nei prossimi 20 giorni. Pubblico finalmente qui sotto i dati e le foto finali di questa “Burn The Fat Summer Challenge 2013”:

    Dati Finali al 16 Settembre 2013 – inizio Summer Challenge 10 Giugno 2013:

    Altezza 178 cm. Età 51 anni e 9 mesi

    Massa grassa %: 4,98% – iniziale: 17,5% – Diff. – 12,34%

    Giro vita: 72,5 cm – iniziale: 86 cm. – Diff. – 13,5 cm.

    Massa Magra: 69,68 kg. – iniziale 68,94 Kg. – Diff. + 1,19 Kg.

    Massa Grassa: 3,62 Kg. – iniziale 14,31 Kg. – Diff. – 10,69 Kg.

    Peso totale: 74,2 Kg. – iniziale: 83 Kg. – Diff. – 9,5 Kg.

    Dalla tabella si vede che ho perso più di 10kg. di grasso e ho incrementato di oltre un chilo la massa magra. Questo senza l’aiuto di steroidi, altrimenti i risultati della massa magra sarebbero ben diversi. Di seguito le foto:

    Foto Frontali

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    Frontale inizio
    Clicca sull’immagine per ingrandire

    P1010076_cut_FB
    Frontale finale
    Clicca sull’immagine per ingrandire

    Foto Laterali

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    Laterale inizio
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    P1010081_cut_FB
    Laterale finale
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    Schiena

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    Schiena inizio
    Clicca sull’immagine per ingrandire

    P1010061_cut_FB
    Schiena Finale
    Clicca sull’immagine per ingrandire

    Confronto Schiena 2010 – 2013 

    Summer Challenge 2010 2011 2012 2013 comparison back
    Clicca sull’immagine per
    ingrandire

    Credo che dalla foto del confronto di schiena degli ultimi quattro anni, si noti l’evoluzione in meglio della crescita muscolare, ma soprattutto della simmetria e definizione dovuta soprattutto ad una perdita maggiore di grasso. Certo la luce nelle foto può giocare un ruolo importante, ma credo sia oggettivo il cambiamento. Allenarsi e nutrirsi con disciplina e volontà alla fine ripaga sempre. E ricordate che per quanto duramente vi allenerete, se non sarete scrupolosi sul piano dell’alimentazione, vedrete naufragare tutti i vostri sforzi.

    Ecco! Questi sono i dati e le foto di questa nuova sfida portata a termine dopo 98 giorni, il mio premio è già stato vinto ed è quello di aver raggiunto l’obbiettivo che avevo fissato. Adesso è arrivato anche il riconoscimento visto che sono stato inserito nei top 10 finalisti uomini. Essere nella classifica dei Top 10 su circa 4.000 partecipanti è già un onore e una soddisfazione per cui essere grati .

    © Copyright Piero Maina – Tutti i diritti riservati

  • 3500 Calories To Lose A Pound: Is This Formula All Wrong?

    3500 Calories To Lose A Pound: Is This Formula All Wrong?

    Title: 3500 Calories To Lose A Pound – Is This Formula All Wrong?
    By line: By Tom Venuto, CSCS, NSCA-CPT
    URL: www.BurnTheFat.com
    Word count: 1256 words

    3500 Calories To Lose A Pound – Is This Formula All Wrong? By Tom Venuto, NSCA-CPT, CSCS www.BurnTheFat.com

    Most fitness conscious people have heard that there are 3,500 calories in a pound of fat, so if you create a deficit of 3500 calories in a week, you lose a pound of weight. If you create a deficit of 7000 calories in a week, you lose two pounds, and so on. Right? Well, not so fast…

    Dr. Kevin Hall, an investigator at the National Institute of Health in Bethesda has done some interesting research about the mechanisms regulating human body weight. He recently published a new paper in the International Journal of Obesity that throws a wrench in works of the “3500 calories to lose a pound” idea.

    Some of the equations in his paper made my head hurt, but despite the complex math he used to come to his conclusions, his article clearly prompts the question, “3500 calories to lose a pound of WHAT?” His paper also contained a lot of simple and practical tips you can use to properly balance your caloric intake with output, fine tune your calorie deficit and help you retain more muscle when you diet.

    Below, I’ve distilled some of the information into a simple bullet-point summary that any non-scientist can understand. Then I wrap up with my interpretation of how you can apply this data in your own fat loss program:

    Calculating the calories required to lose a pound and fine-tuning your caloric deficit

    • 3500 calories to lose a pound has always been the rule of thumb. However, this 3500 calories figure goes back to research which assumed that all the weight lost would be adipose tissue (which would be ideal, of course).
    • But as we all know (unfortunately), lean body mass is lost along with body fat, which would indicate that the 3500 calorie figure could be an oversimplification.
    • The amount of lean body mass lost is based on initial body fat level and size of the calorie deficit
    • Lean people tend to lose more lean body mass and retain more fat.
    • Fat people tend to lose more body fat and retain more lean tissue (revealing why obese people can tolerate aggressive low calorie diets better than already lean people)
    • Very aggressive low calorie diets tend to erode lean body mass to a greater degree than more conservative diets.
    • whether the weight loss is lean or fat gives you the real answer of what is the required energy deficit per unit of weight loss
    • The metabolizable energy in fat is different than the metabolizable energy in muscle tissue. A pound of muscle is not 3500 calories. A pound of muscle yields about 600 calories.
    • If you lose lean body mass, then you lose more weight than if you lose fat.
    • If you create a 3500 calorie deficit in one week and you lose 100% body fat, you will lose one pound.
    • But if you create a 3500 calorie weekly deficit and as a result of that deficit, lose 100% muscle, you would lose almost 6 pounds of body weight! (of course, if you manage to lose 100% muscle, you will be forced to wear the Dieter’s Dunce cap)
    • If you have a high initial body fat percentage, then you are going to lose more fat relative to lean, so you may need a larger deficit to lose the same amount of weight as compared to a lean person
    • Creating a calorie deficit once at the beginning of a diet and maintaining that same caloric intake for the duration of the diet and after major weight loss fails to account for how your body decreases energy expenditure with reduced body weight
    • Weight loss typically slows down over time for a prescribed constant diet (the “plateau”). This is either due to the decreased metabolism mentioned above, or a relaxing of the diet compliance, or both (most people just can’t hack aggressive calorie reductions for long)
    • Progressive resistance training and or high protein diets can modify the proportion of weight lost from body fat versus lean tissue (which is why weight training and sufficient protein while on calorie restricted diets are absolute musts!)

    So, based on this info, should you throw out the old calorie formulas?

    Well, not necessarily. You can still use the standard calorie formulas to figure out how much you should eat, and you can use a 500-1000 calorie per day deficit (below maintenance) as a generic guideline to figure where to set your calories to lose one or two pounds per week respectively (at least that works “on paper” anyway).

    Even better however, you could use this info to fine tune your caloric deficit using a percentage method and also base your deficit on your starting body fat level, to get a much more personalized and effective approach:

    15-20% below maintenance calories = conservative deficit

    20-25% below maintenance calories = moderate deficit

    25-30% below maintenance calories = aggressive deficit

    31-40% below maintenance calories = very aggressive deficit (risky)

    50%+ below maintenance calories = semi starvation/starvation (potentially dangerous and unhealthy)

    (Note: According to exercise physiologists Katch& Mcardle, the average female between the ages of 23 and 50 has a maintenance level of about 2000-2100 calories per day and the average male about 2700-2900 calories per day)

    Usually, we would suggest starting with a conservative deficit of around 15-20% below maintenance. Based on this research, however, we see that there can be a big difference between lean and overweight people in how many calories they can or should cut.

    If you have very high body fat to begin with, the typical rule of thumb on calorie deficits may underestimate the deficit required to lose a pound. It may also be too conservative, and you can probably use a more aggressive deficit safely without as much worry about muscle loss or metabolic slowdown.

    If you are extremely lean, like a bodybuilder trying to get ready for competition, you would want to be very cautious about using aggressive calorie deficits. You’d be better off keeping the deficit conservative and starting your diet/cutting phase earlier to allow for a slow, but safe rate of fat loss, with maximum retention of muscle tissue.

    The bottom line is that it’s not quite so simple as 3,500 calories being the deficit to lose a pound. Like lots of other things in nutrition that vary from person to person, the ideal amount of calories to cut “depends”…

    Note: The Burn the Fat, Feed The Muscle program not only has an entire chapter dedicated to helping you calculate your exact calorie needs, it was designed very specifically to keep a fairly conservative approach to caloric deficits and to maximize the amount of lean tissue you retain and minimize the amount of metabolic adaptation that occurs when you’re dieting. The approach may be more conservative, and the fat loss may be slower, but it has a better long term track record… You can either lose weight fast, sacrifice muscle and gain the fat back like 95% of people do, or lose fat slow and keep it off forever like the 5% of the people who know the secrets. The choice is yours. For more information, visit: http://www.burnthefat.com

    References:

    Forbes GB. Body fat content influences the body composition response to nutrition and exercise. Ann NY Acad Sci. 904: 359-365. 2000

    Hall, KD., What is the required energy deficit per unit of weight loss? Int J Obesity. 2007 Epub ahead of print.

    McArdle WD. Exercise physiology: Energy, Nutrition, and Human performance. 4td ed. Williams & Wilkins. 1996.

    Wishnofsky M. Caloric equivalents of gained or lost weight. Am J Clin Nutr. 6: 542-546.

    About the Author:

    Tom Venuto is a natural bodybuilder, certified strength and conditioning specialistTom Venuto 8

    (CSCS) and a certified personal trainer (CPT). Tom is the

    author of “Burn the Fat, Feed The Muscle,” which teaches

    you how to get lean without drugs or supplements using

    methods of the world’s best bodybuilders and fitness

    models. Learn how to get rid of stubborn fat and increase

    your metabolism by visiting: www.BurnTheFat.com

  • Steady State Cardio 5 X More Effective Than HIIT????

    Steady State Cardio 5 X More Effective Than HIIT????

    Title: Steady State Cardio 5 X More Effective Than HIIT????
    By line: By Tom Venuto, CSCS, NSCA-CPT
    URL: www.BurnTheFat.com

    Word count: 1860 words

    Steady State Cardio 5 X More Effective Than HIIT????

    By Tom Venuto, NSCA-CPT, CSCS www.BurnTheFat.com

    High Intensity Interval Training, or HIIT for short, has been promoted as one of the most effective training methods ever to come down the pike, both for fat loss and for cardiovascular fitness. One of the most popular claims for HIIT is that it burns “9 times more fat” than conventional (steady state) cardio. This figure was extracted from a study performed by Angelo Tremblay at Laval University in 1994. But what if I told you that HIIT has never been proven to be 9 times more effective than regular cardio… What if I told you that the same study actually shows that HIIT is 5 times less effective than steady state cardio??? Read on and see the proof for yourself.

    “There are lies, damned lies, and then there are statistics.”

    – Mark Twain

    In 1994, a study was published in the scientific journal Metabolism by Angelo Tremblay and his team from the Physical Activity Sciences Laboratory at Laval University in Quebec, Canada. Based on the results of this study, you hear personal trainers across the globe claiming that “HIIT burns 9 times more fat than steady state cardio.”

    This claim has often been interpreted by the not so scientifically literate public as meaning something like this: If you burned 3 pounds of fat in 15 weeks on steady state cardio, you would now burn 27 pounds of fat in 15 weeks (3 lbs X 9 times better = 27 lbs).

    Although it’s usually not stated as such, frankly, I think this is what some trainers want you to believe, because the programs that some trainers promote are based on convincing you of the vast superiority of HIIT and the “uselessness” of low intensity exercise.

    Indeed, higher intensity exercise is more effective and time efficient than lower intensity exercise. The question is, how much more effective? There’s no evidence that the “9 times more fat loss” claim is true outside the specific context in which it was mentioned in this study.

    In order to get to the bottom of this, you have to read the full text of the research paper and you have to look very closely at the results.

    13 men and 14 women age 18 to 32 started the study. They were broken into two groups, a high intensity intermittent training program (HIIT) and a steady state training program which they referred to as endurance training (ET).

    The ET group completed a 20 week steady state aerobic training program on a cycle ergometer 4 times a week for 30 minutes, later progressing to 5 times per week for 45 minutes. The initial intensity was 60% of maximal heart rate reserve, later increasing to 85%.

    The HIIT group performed 25-30 minutes of continuous exercise at 70% of maximal heart rate reserve and they also progressively added 35 long and short interval training sessions over a period of 15 weeks. Short work intervals started at 10 then 15 bouts of 15 seconds, increasing to 30 seconds. Long intervals started at 5 bouts of 60 seconds, increasing to 90 seconds. Intensity and duration were progressively increased over the 15 week period.

    The results: 3 times greater fat loss in the HIIT group

    Even though the energy cost of the exercise performed in the ET group was twice as high as the HIIT group, the sum of the skinfolds (which reflects subcutaneous body fat) in the HIIT group was three times lower than the ET group.

    So where did the “9 times greater fat loss” claim come from?

    Well, there was a difference in energy cost between groups, so in order to show a comparison of fat loss relative to energy cost, Tremblay wrote,

    “It appeared reasonable to correct changes in subcutaneous fat for the total cost of training. This was performed by expressing changes in subcutaneous skinfolds per megajoule of energy expended in each program.”

    Translation: The subjects did not lose 9 times more body fat, in absolute terms. But hey, 3 times more fat loss? You’ll gladly take that, right?

    Well hold on, because there’s more. Did you know that in this oft-quoted study, neither group lost much weight? In fact, if you look at the charts, you can see that the HIIT group lost 0.1 kg (63.9 kg before, 63.8 kg after). Yes, the HIIT group lost a whopping 100 grams of weight in 15 weeks!

    The ET group lost 0.5 kilograms (60.6 kg before, 60.1 kg after).

    Naturally, lack of weight loss while skinfolds decrease could simply mean that body composition improved (lean mass increased), but I think it’s important to highlight the fact that the research study from which the “9 times more fat” claim was derived did not result in ANY significant weight loss after 15 weeks.Based on these results, if I wanted to manipulate statistics to promote steady state cardio, I could go around telling people, “Research study says steady state cardio (endurance training) results in 5 times more weight loss than high intensity interval training!” Or the reverse, “Clinical trial proves that high intensity interval training is 5 times less effective than steady state cardio!”

    Mind you, THIS IS THE SAME STUDY THAT IS MOST OFTEN QUOTED TO SUPPORT HIIT!

    If I said 5 X greater weight loss with steady state, I would be telling the truth, wouldn’t I? (100 grams of weight loss vs 500 grams?) Of course, that would be misleading because the weight loss was hardly significant in either group and because interval training IS highly effective. I’m simply being a little facetious in order to make a point: Be careful with statistics. I have seen statistical manipulation used many times in other contexts to deceive unsuspecting consumers.

    For example, advertisements for a popular fat burner claim that use of their supplement resulted in twice as much fat loss, based on scientific research. The claim was true. Of course, in the ad, they forget to tell you that after six months, the control group lost no weight, while the supplement group lost only 1.0 kilo. Whoop de doo! ONE KILO of weight loss after going through a six month supply of this “miracle fat burner!”

    But I digress…

    Back to the HIIT story – there’s even more to it.

    In the ET group, there were some funky skinfold and circumference measurements. ALL of the skinfold measurements in the ET group either stayed the same or went down except the calf measurement, which went up.

    The girths and skinfold measurements in the limbs went down in the HIIT group, but there wasn’t much difference between HIIT and ET in the trunk skinfolds. These facts are all very easy to miss. I didn’t even notice it myself until exercise physiologist Christian Finn pointed it out to me. Christian said,

    “When you look at the changes in the three skinfold measurements taken from the trunk, there wasn’t that much difference between the steady state group (-6.3mm) and the HIIT group (-8.7 mm). So, much of the difference in subcutaneous fat loss between the groups wasn’t because the HIIT group lost more fat, but because the steady state group actually gained fat around the calf muscles. We shouldn’t discount simple measurement error as an explanation for these rather odd results.”

    Christian also pointed out that the two test groups were not evenly matched for body composition at the beginning of the study. At the beginning of the study, the starting body fat based on skinfolds in the HIIT group was nearly 20% higher than the ET group. He concluded:

    “So while this study is interesting, weaknesses in the methods used to track changes in body composition mean that we should treat the results and conclusions with some caution.”

    One beneficial aspect of HIIT that most trainers forget to mention is that HIIT may actually suppress your appetite, while steady state cardio might increase appetite. In a study such as this, however, that can skew the results. If energy intake were not controlled, then some of the greater fat loss in the HIIT group could be due to lowered caloric intake.

    Last but not least, I’d like to highlight the words of the researchers themselves in the conclusion of the paper, which confirms the effectiveness of HIIT, but also helps put it in perspective a bit:

    “For a given level of energy expenditure, a high intensity training program induces a greater loss of subcutaneous fat compared with a training program of moderate intensity.”

    “It is obvious that high intensity exercise cannot be prescribed for individuals at risk for health problems or for obese people who are not used to exercise. In these cases, the most prudent course remains a low intensity exercise program with a progressive increase in duration and frequency of sessions.”

    In conclusion, my intention in writing this article wasn’t to be controversial, to be a smart-alec or to criticize HIIT. To the contrary, additional research has continued to support the efficacy of HIIT for fat loss and fitness, not to mention that it is one of the most time efficient ways to do cardiovascular training.

    I have recommended HIIT for years in my Burn The Fat, Feed The Muscle program, using a 1:1 long interval approach, which, while only one of many ways to do HIIT, is probably my personal favorite method. However, I also recommend steady state cardio and even low intensity cardio like walking, when it is appropriate.

    My intentions for writing this article were four-fold:

    1. To encourage you to question where claims come from, especially if they sound too good to be true. 2. To alert you to how advertisers might use research such as this to exaggerate with statistics. 3. To encourage the fitness community to swing the pendulum back to center a bit, by not over-selling the benefits of HIIT beyond what can be supported by the scientific research. 4. To encourage the fitness community, that even as they praise HIIT, not to condemn lower and moderate intensity forms of cardio.

    As the original author of the 1994 HIIT study himself pointed out, HIIT is not for everyone, and cardio should be prescribed with progression. Also, mountains of other research has proven that walking (GASP! – low intensity cardio!) has always been one of the most successful exercise methods for overweight men and women.

    There is ample evidence which says that obesity may be the result of a very slight daily energy imbalance, which adds up over time. Therefore, even a small amount of casual exercise or activity, if done consistently, and not compensated for with increased food intake, could reverse the obesity trend. HIIT gets the job done fast, but that doesn’t mean low intensity cardio is useless or that you should abandon your walking program, if you have the time and if that is what you enjoy and if that is what’s working for you in your personal situation.

    The mechanisms and reasons why HIIT works so well are numerous. It goes way beyond more calories burned during the workout.

    Train hard and expect success,

    Tom Venuto, NSCA-CPT, CSCS Fat Loss Coach www.BurnTheFat.com

    Reference: Tremblay, Angelo, et al. Impact of exercise intensity on body fatness and skeletal muscle metabolism. Metabolism. Vol 43. no 7 (July). Pp 814-818. 1994..

    About the Author:

    Tom Venuto is a natural bodybuilder, certified personal trainer and freelance fitness Tom Venuto 8

    writer. Tom is the author of “Burn the Fat, Feed The

    Muscle,” which teaches you how to get lean without

    drugs or supplements using secrets of the world’s best

    bodybuilders and fitness models. Learn how to get rid of

    stubborn fat and increase your metabolism by visiting:

    www.BurnTheFat.com

  • 2 Cardio Mistakes You’re Still Making

    2 Cardio Mistakes You’re Still Making

    Title: 2 Cardio Mistakes You’re Still Making
    By line: By Tom Venuto, CSCS, NSCA-CPT
    URL: www.burnthefat.com
    Word count: 999 words

    2 Cardio Mistakes You’re Still Making

    By Tom Venuto, NSCA-CPT, CSCS www.BurnTheFat.com

    The controversies over cardio for fat loss are  endless: steady state versus intervals, fed versus fasted, long and easy versus  short and intense, and so on. Obviously there is a lot of interest in cardio  training and how to do it right. Sadly, most people are still doing 2 things  terribly wrong and it’s killing their results…… As best as I can figure, there  are two major reasons why people are still mucking up their cardio programs for  fat loss.

    REASON #1: NOT ENOUGH FOCUS ON TOTAL CALORIES BURNED

    Most people aren’t burning enough darn calories.

    Why? Well, I guess they are too busy worrying about the “proper” type of exercise (which machine or activity), the mode (steady state or intervals), the “optimal” ratio of intervals, or the “best” duration.Some people coast along on the treadmill at 2.3 miles per hour or some similar sloth-like pace and they think that just by hitting a TIME goal, such as 45 or 60 minutes, that with “X” duration completed, they are assured to get the results they want. On the other extreme, we have folks who have found or created some mega-intense, super-duper short training protocol like the “4-minute wonder workout from Japan.” Just because the workout is high in intensity and it is performed in intervals, they too think they are assured to get the results they want.

    What’s missing in both cases is the realization that total fat loss over time is a function of total calories burned over time (assuming you don’t blow your diet, of course).

    AND…

    Total calories burned is a product of INTENSITY times DURATION, not intensity OR duration.

    Too much focus on one variable at the exclusion of the other can lead to a less than optimal total calorie burn and disappointing results. And remember, intensity and duration are *variables* not absolutes! (“Variable” means you can change them… even if your “guru” says you can’t!)

    When you understand the relationship and interplay between INTENSITY X DURATION you will find a “SWEET SPOT” where the product of those variables produces the maximal calorie burn and maximum fat loss, based on your current health condition and your need for time efficiency.

    REASON #2: TOO MUCH FOCUS ON WHAT TYPE OF CALORIES BURNED

    As best as I can figure, there is one whopper of a mistake that is still KILLING most people’s cardio programs and that is…

    Way too much focus on WHAT you are burning during the workout – fats or carbohydrates – also known as “substrate utilization.”

    This idea comes from the notorious “fat burning zone” myth which actually tells people to exercise SLOWER and LESS intensely to burn more fat.

    Hold on a minute. Pop quiz. Which workout burns more calories?

    (A) A 30 minute leisurely stroll through the park

    (B) A 30 minute, sweat-pouring, heart-pounding, lung-burning run?

    Like, DUH!

    And yet we have trainers, authors and infomercial gurus STILL telling us we have to slow down if we want to burn more fat??? Bizarre.

    The reason people still buy it is because the “fat burning zone” myth sounds so plausible because of two little science facts:

    • The higher your intensity, the more carbs you burn during the workout
    • The lower your intensity, the more fat you burn during the workout

    And that’s the problem. You should be focusing on total calories and total fat burned during the workout and all day long, not just what type or percentage of fuel you are burning during the workout.

    It’s not that fat oxidation doesn’t matter, but what if you have a high percentage of fat oxidation but an extremely low number of calories burned?

    If you really want to be in the “fat burn zone,” you could sit on your couch all day long and that will keep you there quite nicely because “couch sitting” is a really low intensity (“fat-burning”) activity.

    (Of course, “couch sitting” only burns 37 calories per half hour…)

    HERE’S THE FAT-BURNING SOLUTION!

    In both cases, the solution to burning more fat is drop dead simple: Focus your attention on how you can burn more TOTAL calories during your workout and all day long. If you want to burn more fat, burn more calories and you can do that by manipulating ANY of the variables : intensity, duration and also frequency. If you build your training program around this concept, you will be on the right track almost every time.

    BUT WAIT – THERE IS MORE TO IT…

    Naturally, we could argue that it’s not quite this simple and that there are hundreds of other reasons why your cardio program might not be working… and I would agree, of course. But on the exercise side, the ideas above should be foremost in your mind.

    On the nutrition side, you have to get your act together there too.

    For example, many people increase their food intake at the same time as they start a cardio training program thereby putting back in every calorie they burned during the workout! Then some of them have the nerve to say, “SEE, cardio doesn’t work!”

    Incidentally, this is the exact reason that a few studies show that adding cardio or aerobic training to a diet “did not improve fat loss”: It’s not because the cardio didn’t work, it was because the researchers didn’t control for diet and the subjects ate more!!

    It should go without saying that nutrition is the foundation on which every fat loss program is built.

    Choose the combination of type, intensity, duration and frequency that suits your lifestyle and preferences the best, and WORK THE VARIABLES to get the fat loss results you want, but whichever cardio program you choose, remember that a solid fat burning nutrition program, such as Burn The Fat Feed The Muscle is necessary to help you make the most of it.

    Train hard and expect success,

    Tom Venuto Fat Loss Coach www.BurnTheFat.com

    About the Author:

    Tom Venuto is a natural bodybuilder, certified personal trainer and freelance fitness Tom Venuto 8

    writer. Tom is the author of “Burn the Fat, Feed The

    Muscle,” which teaches you how to get lean without

    drugs or supplements using secrets of the world’s best

    bodybuilders and fitness models. Learn how to get rid of

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    www.burnthefat.com

     

  • Killer Abs! Old School Style

    Killer Abs! Old School Style

    Title: Killer Abs! Old School Style

    By  Line: Tom Venuto

    Website: www.BurnTheFat.com!

    Word Count: 3818

    I have a confession to make. This might shock you. Are you ready? Don’t hate me. Okay, here it is:

    I don’t train my abs very much. Once a week for about 15 – 20 minutes. That’s it. Seriously – no kidding. I work my abs like any other small body part, maybe even less.

    Now, you’re probably wondering, how can I possibly get “Killer Abs” with only one ab workout a week?

    Well, if you already own my Burn the Fat, Feed the Muscle (BFFM) fat burning system, or even if you’ve simply followed my articles and newsletters closely for a while, you already know the answer…

    LESSON #1 – Get rid of the fat or you’ll never see your abs, no matter how often you train, no matter how many reps you do or no matter what exercises you do

    LISTEN TO ME: AB TRAINING DOES NOT BURN FAT OFF YOUR STOMACH!

    This is probably the biggest misconception that people have about exercise today and I don’t think the general public is EVER going to get it. The myth that ab training burns fat off your abs is so pervasive that I suspect it will never die and simply continue to be passed down from generation to generation.

    The truth is, getting six-pack “killer” abs has almost nothing to do with training. It has everything to do with low body fat.

    Ironically, I believe the abdominal muscles are quite easy to develop; much, much easier than building an 18 inch muscular arm, a 315 pound bench, a 400 pound squat, or a wide, V-shaped back, for example.

    Some people might argue that I was just blessed with good genetics in the ab department, which may be true, but based on my experience with others who have less favorable genetics, I still believe that developing the abdominal muscles is easy. The hardest part is getting your body fat low enough for your abs to show.

    Most people grossly over train their abs. Training your abs daily or even every other day for hundreds or thousands of reps is totally unnecessary and a complete waste of time. Even  before competitions I only train abs twice a week!

    AB EXERCISES DON’T BURN FAT!!!

    You lose fat with nutrition and cardio. If you want to see your abs, tighten up your diet and do more cardio! The bottom line is, if your abs are covered with a layer of fat, you won’t be able to see them, no matter how much ab exercise you do! If you need help with a fat loss nutrition plan, check out my BFFM fat burning system

    LESSON #2 – The same old basic ab exercises that have been around for years, STILL work – and that means CRUNCHES!

    “Core training” and “functional training” are the “IN” things today. Devices and modalities such a stability balls, medicine balls, core balls, ab wheels, kettlebells, functional exercises, and so on, are all valuable tools, but they also represent what is trendy and fashionable in fitness training today.

    “Core” and “functional training” come largely from the sports world, and if you’re a competitive athlete, martial artist, golfer, tennis player, or you play any sport recreationally, this type of training is worth looking into.

    Very recently, a well-known ab training “guru” wrote in one of his books that “Crunches are worthless.” Funny how things change. It wasn’t so long ago that powerlifter and exercise physiologist Fred “Dr. Squat” Hatfield wrote, and I quote, “Crunches are the Cadillac of abdominal exercises.” (I would have said, “Mercedes of adbominal exercises” but oh well, that’s Fred).

    So what’s the deal? Should you crunch or should you ditch this “old” exercise in favor of all the “new stuff?”

    The truth is, there’s a happy medium! Crunches are not “worthless,” they’re simply over-used. You can and should incorporate a wide variety of crunch variations into your program, but also be sure to include some “functional” work which will help develop your core musculature and allow you to strengthen and develop your abs through every plane of motion.

    However, for pure “cosmetic” ab development, there’s nothing new under the sun. The “old school” methods are as valid as ever. And that starts with crunching exercises. Why? Because a primary function of the abs is to flex the spine and shorten the distance between the sternum and pelvis – which is exactly what crunching exercises do.

    Despite all the new and trendy ab workouts and equipment being promoted these days, the good old crunch is the oldie but goodie I always come back to time and time again. I’ve used crunches and their many variations in almost all my training routines for years.

    The best Crunch variations (upper abs) 1. Feet on floor reach through crunch 2. Feet on floor, hands crossed over chest crunch 3. Feet on floor hands behind head crunch 4. Feet on bench hands behind head crunch 5. Feet in air hands behind head crunch 6. Feet in air, hands behind head, pull in knees, touch elbows 7. Weight on chest crunch 8. Weight behind head crunch (caution – can strain neck) 9. Weight held at arms length above chest crunch 10. Stability ball crunch, bodyweight 11. Stability ball crunch, with resistance 12. Weighted supine crunch machine 13. Bicycle crunch 14. Twisting elbow to knee crunch

    LESSON #3 – Crunch with cables too.

    Bodyweight crunches performed off the floor are good. Cable crunches might be even better. Unfortunately, I don’t think I’ve seen more than one out of fifty people perform the exercise properly.

    Cable crunches can be performed seated, standing or kneeling. My favorite for bodybuilders and the “six pack abs look” is kneeling cable crunch. Performed properly, this is an AB-solutely KILLER exercise!

    KNEELING CABLE CRUNCH

    Most people perform the cable crunch like they were bowing. They bend only at the hips brining the elbows straight down to the floor, while the entire spinal column stays in a straight line. This does not cause the abs to contract dynamically through their full range of motion, it only gives you an isometric contraction of the abs, while bringing the hip flexors strongly into play.

    Proper form on the kneeling cable crunch is a curling motion, almost like a carpet being rolled up. Another way I like teach this exercise is to have a trainee visualize that a log is in front of them about a foot off the floor, and ask them to imagine they are wrapping their torso around the log, rounding the back over and curling the spine in a circular range of motion, curling the elbows over and around the log and back in towards the knees.

    Also, some people perform this facing away from the weight stack, which is one acceptable variation. I prefer facing towards the weight stack and holding a rope with my hands pressed against my forehead or top of my head

    Master the proper form on this exercise and you’ll see your abs start coming into focus at an alarming rate.

    LESSON #4 – After you’ve developed a substantial level of ab strength, learn how to do this advanced killer ab exercise: Hanging leg raises from the chin up bar

    If there’s any “secret weapon” in my ab training arsenal– the one exercise I’ve ALWAYS turned to when I wanted major results is the hanging leg raise, and its “younger brother,” the hanging knee up. These can be performed hanging by your hands from a chin up bar, although it’s much easier with “ab slings” because grip strength is no longer the limiting factor.

    I remember many years ago when Bill Phillips once made fun of this exercise in his magazine. He showed a picture of his Brother Shawn swinging precariously from the ab slings in a mocking fashion. I’m not sure why he blasted this movement, and Shawn certainly has a six-pack rack with the best of them. But personally, I think the hanging leg raise and knee up are two of the best ab exercises in existence.

    I think the problem is that this exercise is so difficult that most people can’t do them properly. Usually the first time you attempt a hanging leg raise from the chin up bar (with no back support behind you), you swing uncontrollably from front to back. So most people try these once or twice and then give up. Like anything else, practice makes perfect. Hanging leg raises are a very advanced and very difficult movement. Don’t expect to do them like a pro on your first try – and don’t even try them if you’re a beginner.

    If you’re a beginner, the best way to develop the strength necessary to do these properly is to start on the support leg raise (also known as the “Captain’s Chair”). That’s the piece of equipment found in almost every gym that has the pad for your forearms and elbows to support your body weight and a back support behind you. Start with support knee ups, then progress into support leg raises with the legs nearly straight. It’s important to use a full range of motion on this exercise and get your knees high up in front of the chest because the lower portion of the range of motion is largely initiated by the hip flexors.

    Once you’ve mastered the support leg raise, then you can move on to the hanging knee up and ultimately to the hanging straight leg raise. When you master the hanging leg raise, there’s an even higher level: You can begin to superset from the hanging leg raise (until fatigue) into the hanging knee up. Once you’ve reached the point where you can perform three supersets of 15 to 25 reps of hanging leg raises to hanging knee ups with STRICT form, I guarantee you will have amazing abdominal development (provided of course, that your body fat is low enough).

    SIX PACK ABS! LESSON #5 – Yes, you can train your lower abs

    One of the biggest controversies in ab training is the question of whether you can “isolate” your upper and lower abs. There are experts who swear you can, and experts who swear you can’t. If someone wants to get technical and split hairs, then it’s true – you CAN’T isolate lower and upper abs. The word “isolation” is somewhat of a misnomer because muscles work in conjunction with other muscles at all times.

    For example, a bench press is often called a “compound” exercise because the pecs are heavily assisted by the triceps and deltoids, while a dumbbell flye is usually referred to as an “isolation exercise” because it “isolates” the pecs more. However, the pectorals do not and cannot work in complete isolation from the triceps and deltoids; there is simply a smaller degree of involvement from the assisting muscles in the flye exercise. Therefore, the flye is an “isolation” exercise, relatively speaking, but not literally speaking.

    The same is true of the abs. You can’t completely isolate the lower from the upper abs or the abs from the obliques, but you CAN put greater emphasis on the lower or upper abs depending on the exercise you select.

    The abdominals are a unique muscle. They are not a single long muscle belly like the biceps, which has continuous fibers running the entire length from origin to insertion. The ab muscles have a tendinous band in between each section. This is what gives the abs their segmented, “six pack” appearance.

    Each segment of the abs flexes a portion of the lumbar spine and or pelvis. The lower abs are the part responsible for the flexion of the lower lumbar vertebrae and backward rotation of the pelvis. The upper abs are responsible for the flexion of the upper part of the lumbar spine.

    The practical application of this information is simple: Exercises that draw the lower body towards the upper body, such as reverse crunches, hip lifts, and leg raises, emphasize the lower abs. Exercises that draw the upper body towards the lower body, such as crunches, emphasize the upper abs (but neither completely isolates one or the other).

    One last tip: Because most lower ab exercises require more coordination and stability (they’re harder), do your lower abs first most of the time (especially if you’re using hanging straight leg raises – doing them last is extremely difficult).

    The best lower ab exercises 1. Support knee ups 2. Support leg raise 3. Hanging knee up 4. Hanging leg raise 5. Reverse crunch 6. Incline reverse crunch 7. Stability ball reverse crunch 8. Reverse crunch with medicine ball behind or between knees 9. Hip lift (“toes to sky”) 10. Bent knee leg raise/hip lift combo 11. Incline hip lift

    LESSON #6 – Avoid weighted side bends, which thicken the waist. Instead, opt for body weight elbow to knee twisting crunches, twisting hanging knee ups and side crunches to develop your obliques

    Which would you rather have: (A) a tiny waist that narrows down from broad shoulders and V-tapered back or (B) A muscular, but thick, wide and blocky waist.

    Yeah – I picked “A” too. So do most other people. However, not a day goes by in the gym when I don’t see people doing side bends with heavy dumbbells. I could NEVER understand why people would ever want to do these. I suppose, once again, people mistakenly think they’re burning fat with this exercise.

    The way to develop a beautiful and symmetrical physique is to create an illusion: Broad shoulders and a V-shaped torso must flow down into a tiny waist. You want to increase the size of your lats and deltoids (yes that includes you ladies too), while decreasing the size of your waist. Anything that makes your waist bigger will destroy your shape. Weighted side bends can make your waist thicker and wider by developing the muscles on the sides of the waist known as the obliques.

    There’s a big difference between sports training and bodybuilding (or “cosmetic”) training. Unless you’re an athlete with a need for a strong, thick trunk musculature, I’d suggest avoiding weighted side bends and all other weighted oblique exercises completely.

    Instead, simply do twisting elbow to knee crunches, twisting hanging knee ups, and side crunches only with your body weight. These exercises tend to hit the diagonal fibers of the obliques a little higher up on the waist, not the portion of the obliques on the lower, lateral area of the waist.

    LESSON #7 – Sit ups and leg raises are mediocre exercises that can aggravate low  back pain

    I’ve found that all varieties of sit-ups aggravate my lower back. Fifteen years ago I sustained a rupture of my fourth lumbar disc (L4) so severe that a neurosurgeon told me that I could forget about bodybuilding, I should never lift more than 40 pounds and I would eventually have to get surgery.

    Despite the surgeon’s grim prognosis, I rehabilitated my own back, but to this day, I still have a sensitive lumbar area. Doing the wrong abdominal exercises always brings back the pain almost instantly. I look at this as a positive thing because it has taught me a lot about what’s really happening during certain ab exercises. It has also prompted me to modify my routine to avoid certain troublesome exercises that pull on the lumbar spine more than develop the abs.

    Most people think sit-ups are primarily an ab exercise. They’re not. Sit-ups work the abs, but largely in an isometric fashion. Sit ups are an “integrated” exercise that work the abs and hip flexors, but the hip flexors do most of the work (especially the way most people perform them – quickly, with the feet anchored, and with extra weight).

    The psoas muscle, which is the primary hip flexor involved in the sit-up, originates on the lower lumbar vertebrae and inserts on the lesser trochanter of the femur (the top of your thighbone). Because the psoas is so heavily involved in the sit up and because the psoas is attached to your lumbar spine, sit ups cause a tremendous amount of “pull” to occur on your lower back.

    Visualize an imaginary hand reaching through your stomach, grabbing a hold of your spine, and pulling on it as if the hand were trying to yank your spine right out the front of your stomach. That’s essentially what’s happening when you do sit ups or roman chair sit-ups. Ditto for supine full range straight leg raises.

    You might say, “But I feel it working – I feel the burn!” Yes, but your abs aren’t contracting dynamically through their full range of motion, they’re contracting isometrically – and that causes the burn. It’s similar to when you hold a dumbbell out at arms length in front of you for as long as you can. Before long your shoulder is burning like crazy to the point where you cant even hold the dumbbell any longer. You get great burn from this, but that’s not how you’d train your shoulders is it?

    Sit-ups have made somewhat of a comeback lately, as the sports training and core training gurus claim that the hip flexors should be integrated into your ab routines. Well, unless you’re an athlete with a specific need for strong hip flexors, you have no history of lower back injury, and you already have a strong lower back and strong abdominals, forget about using sit-ups as your primary exercise. They’re a mediocre exercise at best, and for some people with injuries (even “old” injuries like I have), sit ups are contraindicated completely.

    Now… I know what you’re thinking… You know someone who does a zillion sit ups a day, they have great abs and have never had a back injury. Well, first of all, if the individual has strong abs and lower back and no pre-existing injuries, sit ups done with good form won’t necessarily cause an injury. Second, as I said earlier, developing the abdominal muscles is not difficult. To a certain degree, you can develop the ab muscles from almost any ab exercise – even nothing but sit-ups or isometric contractions from indirect ab work.

    When I was back in my “human guinea pig” days, I once went over a year without doing any ab exercises whatsoever. After I dieted down to about the mid single digits in body fat, there were my abs, looking almost as good (easily 80%) as they did the year before when I was training them twice a week. Knowing this, I’m often tempted not to train abs at all, except that I know strong abs are important for stability and injury prevention, not to mention that I want my abs looking 100% their best, not 80% or 90%.

    Just because someone has great abs doesn’t mean they’re using the best routine. Part of it may be genetics, but mostly it just means they have low body fat! Let me drive this point home AGAIN – Having “killer six-pack abs” has less to do with training than with low body fat. Everyone – including you – has a six pack! Most people just can’t see theirs yet.

    LESSON #8 – When you reach the advanced level, begin using supersets, tri-sets and giant sets (circuit training) in your ab workouts.

    One of the fastest ways I know of to develop the abs is to use supersets, tri sets, giant sets or circuit-style ab training, where you perform two or more exercises in a row without stopping. Coincidentally, this is also a great way to get your workouts finished faster. This is advanced form of training and you’ll need time to build up the strength and endurance necessary to use these techniques.

    A SUPERSET is where you perform two exercises in a row without stopping. For example, you might do a reverse crunch for 15-25 reps, then without any rest whatsoever, go directly into a regular crunch for 15-25 reps, for a grand total of 30 – 50 reps non stop. That’s one superset. You would then take your usual rest interval and repeat for the desired number of sets.

    TRI-SETS are the same as supersets, except you perform three exercises in a row without stopping. For example, you might do the reverse crunch, hip lift, and regular crunch all in a row with no rest between exercises. (ouch!)

    GIANT SETS are when you perform four or more exercises in a row without stopping. Some people call this circuit training, although performing “circuit training” for a single body part is generally referred to more often as “giant setting.”

    PART II: My Favorite “old-school” killer ab Routines

    The best way to finish up an ab article is with some routines, don’t you agree? All of the following routines are actual programs that I have used and/or are currently using now. I have tested them and they’re all KILLER!

    Basic straights sets routine 1. Reverse crunch 3 sets X 15-25 reps 2. Floor crunch 3 sets X 15-25 reps 3. Elbow to knee twisting crunch (or side crunch) 3 sets X 15-25 reps

    Advanced straight sets routine 1. Incline reverse crunch 3 sets X 15-25 reps 2. Kneeling cable crunch 3 sets X 15-25 reps 3. Hanging twisting knee up 3 sets X 15-25 reps

    Heavy-light routine Select three ab exercises, all using resistance, for example: 1. Kneeling cable crunch 2. Weighted stability ball crunch 3. Supine Ab crunch machine

    Perform three sets of each exercise. Every other workout, change repetition range as follows:

    Workout A: (light) 15-25 reps, tempo 1011 Workout B (heavy) 8-12 reps, tempo 2022

    Tempo (seconds) 2 eccentric 0 pause in stretch pos 2 concentric 2 pause in contracted position

    Superset routine 1. Hanging knee up 2-3 sets X 15-25 reps superset to: 2. Kneeling cable crunch 2-3 sets X 15-25 reps

    3. Reverse Crunch 2-3 sets X 15-25 reps superset to: 4. Crunch with feet on bench 2-3 sets X 15-25 reps

     

    Tri-set routine 1. Hanging Leg raise 3 sets X 15-25 reps no rest, go directly to: 2. Hanging Knee Up 3 sets X 15-25 reps no rest, go directly to: 3. Weighted supine crunch 3 sets X 15-25 reps rest 60 seconds, repeat for a total of three tri-sets

    The Ultimate Killer Ab Routine (giant set) 1. Hanging straight leg raise 15-25 reps 2. Hanging knee ups 15-25 reps or as many as possible 3. Hip lift 15-25 reps 4. Reverse crunches 15-25 reps 5. Weighted supine crunch 15-25 reps 6. Bodyweight crunches 15-25 reps

    Each sequence of six exercises is one giant set. Rest 60 – 90 seconds after you finish exercise #6, then repeat for a total of three circuits. (if you can get through three circuits of this routine with strict form, including hitting 25 strict leg raises and 25 knee strict knee ups, you are in elite company) Good luck!

    Conclusion These eight principles and the sample routines are just the tip of the iceberg in my ab training arsenal but it’s all I have time for in this article. However, this should be more than enough ammo for you to begin an all out assault on your abs.

    If you employ these techniques in conjunction with a supportive fat loss nutrition and cardio program such as Burn the Fat, Feed the Muscle (BFFM), your abs will come in so fast it will almost scare you!

    Train hard and expect success,

    Tom Venuto, Fat Loss Coach Author of Burn the Fat, Feed the Muscle www.BurnTheFat.com Founder and CEO of the Burn the Fat Inner Circle www.BurnTheFat.com/InnerCircle

  • Tom Venuto’s Holiday Fitness Challenge to You

    Tom Venuto’s Holiday Fitness Challenge to You

    Title: Tom Venuto’s Holiday Fitness Challenge to You

    By line: By Tom Venuto

    URL: www.BurnTheFat.com

    Word count: 2066 words

    Tom Venuto’s Holiday Fitness Challenge to You
    By Tom Venuto, NSCA-CPT, CSCS www.BurnTheFat.com

    Every year as Thanksgiving gets closer, you’ve probably seen the depressing reports: “Most people gain between 5 and 10 pounds of body fat in the six weeks between Thanksgiving and Christmas.”  I’m not sure if this worries you or not, but a lot of people are terrified about getting fatter in the next two months. They anticipate the workouts falling by the wayside and the holiday food calling out to them irresistibly, defeating even the strongest willpower. There’s good news and bad news about this.

    Good news: According to the New England Journal of Medicine, the average amount gained is much more modest – just over a pound.

    Bad news: A study by the National Institutes of Health found that this seasonal weight gain – even just a pound – is the kind of weight gain  that most people don’t lose when the holidays are over; it simply adds to the “weight creep” that “sneaks up” on you as you get older.

    People often wonder how it’s possible to wake up one morning at age 40 or 45 and  “suddenly” they’re 30 pounds fatter  – or more – than they were in college. Mystery solved.

    Of course, some people really do pack it on over the holidays, but whether its a pound or ten pounds, did you ever ask yourself why does holiday weight gain happen at all?

    In previous years, I’ve asked my readers and here are some common answers I was given:

    Holiday Excuse Survey Says…

    “I’m too busy over the holidays to work out as often as usual.”

    “I’m more stressed over the holidays, and the food is there, so I eat more.”

    “I have at least three parties to attend and then there’s Christmas and New Year’s, so it’s impossible to stay on a diet”

    “No one can tell me not to enjoy myself over the holidays so I’m just going to eat whatever I want.”

    These answers all have a few things in common:

    “Either/Or” Thinking and “Reverse Goal Setting” Exposed

    First, they assume that you can EITHER get in better shape OR enjoy yourself, but not both. Stated in reverse: You can either deprive yourself of holiday enjoyments or gain weight, but it has to be one or the other. The truth is, “either/or thinking” is neurotic thinking and a great killer of fitness programs.

    Second, these are all excuses or rationalizations. “I’m too busy” for example, is always an excuse, because I have never known someone who was too busy to make time for his her highest life priorities. We all have the same amount of time – 24 hours a day – the real problem is, most people don’t make exercise and healthy eating a priority.  And remember, words mean little. Actions reveal a person’s true priorities.

    Third, none of these are the real reasons most people gain weight over the holidays to begin with. The real reason is because an intention was never set for the opposite: To get in better shape over the holidays.

    Most people set a “goal” to get in worse shape over the holidays. It’s not consciously set, of course, as few people would intentionally set out to get fatter. They simply do it by default. In their minds, they accept that it must be just about impossible to stay in shape with everything going on over the holiday season, so why bother?

    Rationing Lies For Holiday Failure

    Once the decision has been made, then the rationalizing continues:

    “Why should I deprive myself?” “Family is more important” “Worrying about diet and exercise during the holidays is neurotic” “I don’t care if I gain a few pounds, I’m going to enjoy myself anyway” “It’s only these two or three weeks that I let myself go wild” “I’ll start the first week in January and lose the weight then.”

    As a result of this “negative goal-setting,” they expect to work out less, eat more and gain a few pounds, and they don’t seem to even consider alternatives.

    But what would happen if you…

    SET A GOAL TO GET IN BETTER shape over the holidays?

    What would happen if you decided that it was not an all or nothing proposition and that you could enjoy the holidays and all it has to offer and get in better shape at the same time?

    And what if you decided that your health and your body were the highest priorities in your life, because you realized that can’t enjoy anything else in life, including family or holidays, if you don’t have your health?

    Here’s what would happen: You’d get in better shape!

    I’m not all that different from you just because I’m a bodybuilder and fitness professional. I have many of the same problems, concerns and struggles as you do. Although today I always get in better shape between Thanksgiving and New Year’s, that’s a result of a conscious choice, a close examination of my old belief systems and a lot of action. For me, it all started about eight years ago.

    For most of my adult life, I wasn’t much of a traveler and I didn’t enjoy flying or staying in hotels. For one thing, I had so many business commitments in the East Coast health club business, that I seldom left town for long, as I had to “tend to the stores.” But I also had a belief that if I traveled, my workouts and nutrition would suffer. After all, “it would be hard to stick with my usual bodybuilding diet, and I wouldn’t have access to my usual gyms”, I told myself. For these reasons, I never did much travel..

    Then I was forced to take some trips for business reasons. Predictably enough, my nutrition and workouts suffered while I was spending time in airplanes and in hotels. With my experience having confirmed my beliefs, I re-affirmed to myself, “See, travelling is nothing but a pain. You just can’t stay on a diet and training program when you’re out of town.”

    After several more trips, I noticed that something very negative happened: I surrendered. I had resigned myself to “not bother” while I was on the road. I let my expectations create my reality.

    But I didn’t let it go on for long. As soon as I became aware of what was happening, I decided that I wouldn’t tolerate it, so I challenged myself and my previous limiting beliefs. I asked myself, “Why the heck not? Why let myself backslide? Why even settle for maintaining? Why not challenge myself to improve while I’m traveling?” The answer was: There was no good reason, there were only excuses.

    From that day forward, I set a challenge for myself…

    To come back from every trip or vacation in better shape than when I left.

    Of course there were exceptions, as when I went on a vacation for total R & R. But I never let travel get in my way again. I prepared food that I would eat on the planes so airline food was never an excuse… I usually chose hotels that had kitchens, so I could cook my own food. I went food shopping immediately after check-in. I wrote my training schedule and scouted gyms in advance… And I actually found myself training harder than usual.

    No matter where I was training – it could even be some “dungeon” of a gym in the middle of nowhere – it didn’t matter because my mind was focused on improving and looking better when I came home than when I left. I had a goal to motivate me!

    What do you think happened? It’s not hard to guess: I always came home in better shape than when I left.

    Since then, my “travel challenge” has become somewhat of a ritual in my life. When I’m away from my “home-base” it becomes a “fitness road trip.” I search the Internet or yellow pages or ask locals to help me find the most hard-core gym nearby wherever I will be staying (Gold’s Gym works for me!) When I get there, I train every bit as hard as if I had a competition just weeks away. I look forward to it now. In fact, this is what led me to my “holiday fitness challenge” idea.

    Like many people, I travel over the holidays, so I’m automatically in “travel challenge” mode at thanksgiving, Christmastime and New Year’s. But with the additional temptations and busyness that the holidays bring on top of the usual travel stresses, I saw fit to declare a new challenge: “The Holiday Challenge.” The difference was that for my “holiday challenge,” I pledged to not only to return home in better shape than when I left, but to enjoy the holidays to the fullest at the same time.

    can you eat this

    People who think I deprive myself to look the way I do would be shocked: I eat like a KING over the holidays including Pumpkin (or apple) Pie at Thanksgiving and OF COURSE my mom’s famous red and green Jell-O Christmas cake. Then on New Year’s I’m usually toasting champagne and having a blast with friends or family….

    The difference is, I don’t eat like that very often.

    Every other meal stays right on schedule and I work out hard and consistently over the holidays; I don’t let everything fall apart just because ‘tis the season.’

    The idea that you can EITHER enjoy the holidays OR stay in shape – but not both – is wrong, it’s damaging and it’s  limiting.

    Life is not an either or proposition; it’s a matter of balance.

    Success does not mean going to extremes. Success can be a simple matter of re-examining your beliefs, rearranging your priorities, setting goals, changing the questions you ask yourself and re-evaluating your expectations.

    Your expectations will become your reality. What are you expecting? Are you expecting success? Are you expecting to be in better shape after holiday parties, celebrations, banquets, dinners, and desserts? If not, then why not? What’s preventing you from enjoying all of the above and still getting in better shape? Do you have a limiting belief which dictates that it’s one or the other? Could it be that you never set a goal, intention or expectation to do it? Could it be that you’re rationalizing or making excuses? If so, then I challenge you to change it this year.

    As of this writing, there are less than two months until the end of the year. Why not see how much you can improve your physique over the holidays, without depriving yourself of any holiday enjoyments or festivities? Just step up your expectations. Step up your standards. Step up your nutrition. Step up your training. Step up your action. Step up and accept the “Burn The Fat holiday fitness challengeand see what happens!

    That’s right… The First Annual Burn The Fat Holiday Fitness challenge contest is open from Wednesday November 18th to Wednesday November 25th.

    Over the course of a “50-Day Burn” which spans all three major holidays – Thanksgiving (US), Christmas and New Year’s – you’ll have the motivation, the accountability and structured program to end the year strong, start the new year on the foot and possibly get in the best shape of your life.

    Even better, you’ll be able to eat delicious Holiday Food and enjoy yourself to the fullest at the same time because this is a lifestyle program which allows your favorite foods in moderation and balance.

    And the best part of all: I’m sending the winners of the contest to Hawaii islands to show off their new bodies on the beach in 2013!

    Taking the Burn The Fat Challenge is simple. You can enter the contest two ways:

    (1) Purchase the Burn The Fat e-book from www.BurnTheFat.com! or

    (2) Join the Burn The Fat Inner Circle fitness support community (“contest central”) at http://www.BurnTheFatInnerCircle.com.

    You’ll be automatically enrolled with either purchase.

    Train hard and expect success!

    -Tom Venuto, Author of Burn The Fat, Feed The Muscle Founder/CEO, Burn The Fat Inner Circle

    About the author:
    Tom Venuto is a natural bodybuilder, certified personal trainer and freelance fitness

    writer. Tom is the author of “Burn the Fat, Feed The

    Muscle,” which teaches you how to get lean without

    drugs or supplements using secrets of the world’s best

    bodybuilders and fitness models. Learn how to get rid of

    stubborn fat and increase your metabolism by visiting:

    www.BurnTheFat.com

  • Burn The Fat Summer Challenge 2012….La Mia Esperienza.

    Burn The Fat Summer Challenge 2012….La Mia Esperienza.

    Titolo:  Burn The Fat Summer Challenge 2012….La Mia Esperienza.

    Autore:Piero Maina

    Conteggio Parole: 2884

    Ed eccoci qui, per il terzo anno consecutivo ho concluso la “Burn The Fat Summer Challenge” la sfida di trasformazione corporea della durata di 14 settimane o 98 giorni che vede premiate le persone che ottengono la migliore trasformazione corporea nel suddetto periodo di tempo. Quindi, a meno che non si tratti di una categoria specifica, il vincitore assoluto, non sarà necessariamente quello che avrà perso più peso o il più magro o il più muscoloso, ma quello che oggettivamente avrà cambiato la sua forma fisica in meglio, perdendo la quantità maggiore di grasso, conservando o addirittura aumentando la massa muscolare/massa magra, senza aiuto di steroidi/anabolizzanti, solamente attraverso l’alimentazione e l’esercizio fisico.

    BTF Certificate of Achievement
    Certificato del premio vinto come
    “Most Ripped Man Over 50”
    Clicca sull’immagine per ingrandirla

    Quest’anno il mio impegno è stato massimo e alla fine sono stato premiato come la muscolatura più definita fra gli uomini concorrenti oltre i 50 anni di età (Most Ripped Man Over 50. Cliccate qui per la mia intervista sul sito Burn The fat in Inglese ),  e questo comunque non in valore assoluto, ma sempre come conseguenza della migliore trasformazione corporea. Il risultato va confrontato con le condizioni iniziali, infatti un altro concorrente potrebbe anche essere più definito del sottoscritto, ma bisogna confrontare la condizione di partenza e le eventuali limitazioni fisiche a cui uno potrebbe essere soggetto. Se prendiamo il vincitore assoluto, oggi quarantunenne, che è stato premiato con un viaggio di 7 giorni alle isole Hawaii per due persone all-inclusive (lo stesso per la prima assoluta delle donne), la sua condizione iniziale era quella di un semi obeso, che in soli 98 giorni si è trasformato in un fisico asciutto e massiccio. Vorrei spiegare che il soggetto in questione quando aveva 18/20 anni giocava a football americano e faceva gli squat con 150 kg. sulle spalle e quindi i muscoli li aveva già costruiti allora. Quando vedete le trasformazioni (compresa la mia), non è che i muscoli che vedete sono il frutto di un allenamento della durata di 98 giorni, ma almeno nel mio caso, il risultato di una vita di allenamento (anche se negli ultimi 18 anni i pesi per i miei problemi di salute, non li ho più potuti utilizzare qui l’articolo che spiega il perchè). Certamente durante i 98 giorni di durata della sfida/gara, i muscoli sono stati allenati al massimo e complice anche l’alimentazione hanno ripreso vigore o sono anche aumentati. Ricordate che senza aiuti “chimici” ottenere masse enormi partendo da un fisico da “scartatore di caramelle” in 98 giorni diciamo che è impossibile. Ci sono poi individui geneticamente superdotati o i principianti della palestra che allenandosi e alimentandosi correttamente otterranno risultati molto superiori alla media, ma mai da tisico a culturista. Tornando al nostro vincitore assoluto, dopo i trascorsi da sportivo in gioventù e dopo 20 anni di matrimonio, tre figli e la vita sedentaria da poliziotto e un’alimentazione non proprio ottimale, ha visto lievitare il suo peso e la sua circonferenza a livello della vita. A suo dire era il re dei ciambelloni e dolciumi vari. Fino a quando ha preso la decisione concreta nella sua mente di cambiare, mettendo in pratica gli insegnamenti presenti nel libro/programma “BurnTheFat Feed The Muscle”  e utilizzando la Summer Challenge come motivazione per riuscire, il risultato si è realizzato e ha potuto regalarsi e regalare a sua moglie, il viaggio di nozze che 20 anni prima si erano negati per problemi economici. Certamente con circa 3.000 iscritti e tutte persone motivate, che hanno comperato il libro e che quindi conoscono le istruzioni per riuscire, non è semplice primeggiare e poi le situazioni di partenza sono profondamente diverse e anche per i giudici è come comparare mele con pere, viste le differenze fisiche e di età. Va detto che ogni anno di questi quasi 3.000 partecipanti, che all’inizio sono tutti desiderosi di primeggiare e scrivono affermazioni piuttosto presuntuose ed audaci nei propri giornali all’interno del forum di gara , solamente trecento persone circa  riescono a portare al termine la sfida  e gli altri perdono il treno o come dicono gli americani “They fall off the wagon”. Dei circa trecento, direi che un centinaio hanno postato le loro statistiche, foto iniziali e finali e hanno sempre aggiornato il loro giornale, ma a mio parere le differenze fra le foto iniziali e quelle finali, non recano sostanziali cambiamenti. Quindi direi che alla fine sono solo 150 i veri finalisti, quelli che sono visibilmente cambiati, e sono solo il 5% dei partecipanti. Ci vuole molta volontà e disciplina per avere successo, oltre ad una organizzazione maniacale per riuscire a mangiare i 5/6 pasti giornalieri  in tutte le situazioni che la vita quotidiana ci presenterà e che siano oltretutto composti da cibi giusti, nelle giuste quantità e con i macronutrienti correttamente bilanciati.  Non è che uno può mangiare ciò che vuole, certo come ho già detto sopra, ci sono eccezioni per somatotipi mesomorfi, ma mediamente e anche per loro, per raggiungere il miglior risultato è necessario mangiare al meglio. Non si può ottenere il massimo se non si va oltre il massimo. Il primo premio è il viaggio, poi esistono premi di categoria, ma non sono paragonabili al viaggio. Si va dall’iPod all’ iPad al kindle al libro firmato da Tom Venuto e i premi a disposizione non sono molti, ma vorrei far capire che già l’aver terminato la sfida è il premio più grosso. Se uno riesce nell’intento impegnandosi al massimo si ritroverà nella miglior forma fisica della sua vita e questa oltre ad essere una grande soddisfazione è realmente il premio più importante che lo/la consacrerà come vincente o come dicono gli americani come un/una “achiever”.

    Come ho già spiegato nell’ articolo Burn The Fat….La mia esperienza , sono arrivato alla mia attuale forma fisica grazie agli insegnamenti contenuti nel libro scritto da Tom Venuto (BurnTheFat Feed The Muscle ) e nonostante gli infortuni e il non potermi allenare come avrei voluto per 18 anni, posso tranquillamente affermare che è oggi che ho raggiunto il mio stato di forma migliore, oggi che ho 51 anni e il viaggio è appena cominciato. Conto di migliorare ancora e per questo ringrazio, invece di provare amarezza e frustrazione per non averne goduto prima o per essere incappato nell’infortunio della trombosi alla vena succlavia/ascellare, oltre ad altri vari incidenti più o meno gravi che hanno accompagnato la mia esistenza e questo modello di pensiero è sicuramente un valido alleato per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati in generale nella vita.

    Quest’anno la sfida è stata vinta grazie ad una profonda motivazione, disciplina, responsabilità, impegno, dedizione e desiderio di riuscire, focalizzando solamente l’obiettivo. Il risultato ottenuto è una sinergia di quattro elementi: La mente che ha preso una decisione, l’alimentazione che dovrà essere “pulita”, l’allenamento contro resistenza/pesi e l’allenamento cardio per bruciare più calorie e quindi perdere maggior quantità di grasso. Tutti questi quattro elementi sono necessari per la riuscita e uno non è meno importante dell’altro, ma presi singolarmente non hanno la stessa valenza esponenziale rispetto a quando vengono utilizzati in sinergia. La somma dei quattro non darà come risultato quattro, ma dieci, cento, mille.  C’è anche il quinto elemento: il supporto psicologico. Sia che provenga da un preparatore che da un amico o nel caso specifico dal Burn the fat inner circle, l’avere un gruppo di persone che ti sostenga motivandoti e consigliandoti nei momenti di crisi o quando si raggiunge la soglia del “plateau” è forse l’elemento determinante per la riuscita e il raggiungimento dell’obiettivo. Alzarsi tutte le mattine molto presto per effettuare l’allenamento cardio (corsa,bici,nuoto,etc.) o l’allenamento contro resistenza/pesi richiede una profonda motivazione. Anche gli infortuni mi hanno fatto compagnia nuovamente, non come l’anno scorso che avevo avuto una brutta distorsione alla caviglia oltre alla rottura di due costole e avevo continuato ad allenarmi nonostante i dolori. Inoltre pur vivendo in albergo a Milano e facendo la spola con Roma e mangiando sempre al ristorante o in macchina ero arrivato al 5,89% di massa grassa con un ottimo stato di forma, pur non facendo parte dei 10 finalisti uomini. Anche due anni fa mi sono infortunato, con la frattura da stress alla tibia destra (per fortuna l’ho avuta nell’ultima settimana di gara, ma mi ha accompagnato per i sei mesi successivi impedendomi qualsiasi attività che impegnasse le gambe, ma il resto del corpo è stato allenato regolarmente). Quest’anno il Neuroma di Morton nel piede destro si è risvegliato e mi ha impedito di correre come avrei voluto, nonostante ciò ho continuato lo stesso le sedute di allenamento con posture non proprio corrette e oltre al piede avevo (ed ho ancora), una brutta epicondilite al gomito destro che non mi faceva alzare nemmeno una bottiglia senza provare dolore. Quando proprio era diventato impossibile allenarsi, ho dovuto ricorrere alle infiltrazioni di cortisone. Oltre ai problemi fisici c’era il problema logistico, visto che sono rimasto lontano da casa con la famiglia per un lungo periodo e organizzarsi per mangiare 6 volte al giorno e soprattutto non cedere alle tentazioni, quando al villaggio turistico al buffet c’era ogni ben di Dio e in più con la famiglia che non mi supportava nelle mie scelte, è stata una sfida nella sfida.

    Ognuno di noi ha situazioni differenti, di metabolismo, risposte ormonali, genetica, costituzione,volontà, stili di vita, situazioni lavorative, economiche, etc. Ognuno di noi da valori ed importanza diverse a ciascuna di queste problematiche e le affronta in maniera diversa. Va detto inoltre che non esiste nè un piano alimentare che vada bene per tutti, nè una soluzione univoca, ma alla base c’è una decisione, una scelta di un individuo che decide raggiungere un obiettivo, uno scopo che a seconda di quanto quell’obiettivo sarà importante nella sua mente, sarà raggiunto. Può anche darsi che l’obiettivo finale sia troppo ambizioso e non possa essere raggiunto nelle 14 settimane a disposizione, l’importante e che noi cominciamo a muoverci verso tale obiettivo e nel tempo a nostra disposizione facendo del nostro meglio. Alla fine del periodo in questione, sia che lo avremo raggiunto, sia che non saremo riusciti, rinnoveremo il nostro nuovo obiettivo con uno più ambizioso o posticiperemo il vecchio finché non sarà stato raggiunto. Ma non saremo delusi per il mancato raggiungimento assumendo la cosa come un fallimento. Non esistono fallimenti, ma solo risultati. Guardando i nostri risultati senza perdere di vista i nostri obiettivi, saremo in grado di portare le dovute correzioni per proseguire il “viaggio”, ma non rinunceremo scoraggiati perchè abbiamo fallito. Questa è la differenza fra chi riesce e chi rinuncia. E non fatevi fuorviare dai comuni “perdenti” che troverete sul vostro cammino che faranno di tutto per farvi diventare “realisti” e vi diranno che non serve a nulla se per raggiungere il vostro obiettivo dovrete forse impiegare 10 anni o più e magari sarete già vecchi. Qui dovrei divagare parlandovi di come viene vissuto il tempo, soprattutto da parte mia, ma entrerei in discorsi di metafisica troppo complicati e andremmo fuori tema. Vi invito comunque a cercare di visualizzare dove vorreste essere, (in questo caso a livello di forma fisica, ma il discorso vale veramente per tutto il resto nella vita) e proviate a muovervi verso quel risultato, accettando tutti i passaggi, anche molto difficili che incontrerete, fino a che sarete arrivati a destinazione.

    Chiudo inserendo le foto iniziali e finali della Summer Challenge 2012. Metto quelle laterali e di schiena che sono state pubblicate sul sito http://www.burnthefatinnercircle.com  e poi ho fatto un collage con le foto di schiena delle tre Summer Challenge dal 2010 al 2012 così che possiate notare le differenze nei tre anni in esame.

    Foto pubblicata sul sito Burn The Fat.com
    Trasformazione ottenuta in 98 giorni
    Cliccate per ingrandire

    Per chi parla Inglese,queste le parole che Tom Venuto ha scritto sul suo profilo facebook riguardanti il mio premio/risultato:
    More Amazing Body Transformations! This year, the Burn the Fat Challenge had more competition for the “most ripped” title and “most transformed over 50” than ever, so, we created a new award… Introducing, Piero Maina of Italy – The “Most Ripped Man Over 50! Click LIKE if you think is incredible for age 51 (or any age!)… like something Michelangelo carved out! 🙂

    E ancora aggiungo, sempre in Inglese le motivazioni per la nomination al mio premio, che è stato istituito dopo la nomina dei 10 finalisti uomini, (dove ancora una volta non ero presente) e del vincitore per la miglior trasformazione uomini over 50. Il vincitore di quella categoria a cui anche io aspiravo è stato un uomo di 56 anni con diversi problemi di salute che da uno stato di obesità molto marcata ha trasformato drasticamente il suo fisico (non è minimamente definito come me, ma ha perso un’enorme quantità di grasso e ha eliminato un addome da donna incinta decadente quasi completamente in 98 giorni e meritava quindi e giustamente il premio). Qui sotto le parole dell’annuncio di Tom Venuto sul forum di Burn The Fat Inner circle:

    RE: 2012 SUMMER CHALLENGE AWARDS ANNOUNCEMENT THREADPosted Wednesday, September 26, 2012 at 11:51 PM
    SPECIAL AWARD ANNOUNCEMENT

    This was our 6th season of the burn the fat challengeDuring the judging process, in many of our contests of the past, and especially in this one, we noticed one or more faces / names (bodies) popping up more than once during the voting for potential nominees or finalists. Sometimes a person pops up MULTIPLE TIMES, with multiple nominations.That’s exactly what happened here, during the judging for the 2012 summer challenge, for one man.When the first round of individual contest finalist nominations came in, (narrowing the entire field down to potential finalists or standouts, his name was there. When the second round came in (narrowing down to smaller list of potential top 10), his name was there again.Then, when the most ripped competition came around, his name was in the nominations again. That was the third time we saw him. (he was ripped!)And, when the most transformed over 50 round nominations came in, guess who’s name showed up yet again?  Yep same guy, He just turned 51.So why haven’t we seen him in the list before? Well, the top 10 were not only extremely close and difficult to judge in general, it was filled with men of different body shapes and totally different starting and ending points. The judges narrowed it down by personal improvement from start to finish and it was no easy task comparing the amount of improvement from a man of one body type and starting point to a man of another. Many of the men in the 11th, 12th, 13th, etc spots were all phenomenal. It was just a close contest.The most ripped award. That was an amazing turnout of potential nomiinees, but we had an amazing overall champion there who won that award unanimously. But, the guys in 2nd 3rd, 4th, 5th, etc were also PHENOMENAL.Same thing for most transformed over 50 category.  picking a winner was tough and there were MANY nominations for that category. We dont think we’ve ever seen so many fantastic over 50 burners.So after the “regular” awards were given, we simply couldnt stop thinking about some of these men who were so close to the top. But one in particular was so close in every category, we simply KNEW we had to give him some serious kudos. We have done it before in many of our contests, and we are pleased to announce that we are doing it again. We have created a new special category, just for this challenge because of a unique achievement.
    THE MOST RIPPED MAN OVER 50
    And the recipient of this award is Piero Maina!
    Piero, your achievements display improvements across multiple categories – in fact, we could probably say your results also embody a “most inspirational” element because of what you’ve had to work through and overcome to achieve this.
    You deserve the recognition and the prizes that come with a special category award. Congratulations!

    Devo aggiungere due righe per chi eventualmente dopo avere visto le immagini possa pensare che i risultati raggiunti siano stati ottenuti con l’aiuto di sostanze anabolizzanti, come anche qualche mio amico scherzosamente, ma non troppo , ha detto. Faccio presente che se realmente avessi usato steroidi, le mie masse muscolari sarebbero aumentate notevolmente e questo non è successo. E’ nei miei piani di aumentare di massa magra/muscolo di almeno 6/8 kg. ma perchè questo accada, utilizzando metodi naturali devo allenarmi e mangiare in un certo modo e sarà necessaria una certa quantità di tempo più o meno lunga. Va da se che per aumentare di massa io debba mangiare di più di quello che consumo, ma è ovvio che possa aumentare anche di grasso, cosa che molti bodybuilder fanno nel periodo lontano dalle gare per poi “tirarsi” nelle 12/14 settimane pre gara cercando di mantenere quanto più possibile il muscolo “guadagnato” durante la fase di “bulk”…esistono poi differenti metodi di carico/scarico dei carboidrati,ma questa è un’altra storia. Quindi tornando a me l’effetto della riduzione drastica del grasso e degli allenamenti di forza e cardio fanno sembrare le cose come non sono.

    Comparazione Back view Summer Challenge 2010-2011-2012
    Cliccate sull’immagine per ingradirla

    Spero che attraverso questo articolo le persone che credono di voler/dover apportare dei cambiamenti sia a livello fisico che in generale nella propria vita, trovino una valida motivazione sapendo che realmente gli unici limiti sono molto spesso solo ed esclusivamente nella propria mente. Fate un piccolo passo in avanti e “volate”.

    © Copyright Piero Maina – Tutti i diritti riservati

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