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Tag: grip

  • Il bastone da golf su misura e le 22 variabili su cui intervenire

    Il bastone da golf su misura e le 22 variabili su cui intervenire

    Titolo:  Il bastone da golf su misura e le 22 variabili su cui intervenire

    Autore:Piero Maina

    Conteggio Parole: 1746

    Spesso mi sono trovato a discutere su quanto un bastone da golf su misura/”fittato” possa influenzare positivamente il gioco e naturalmente il dibattito a seconda di chi era l’interlocutore poteva prendere pieghe diverse. Come ho già scritto in altri articoli,  l’ indiano alias il golfista è sicuramente più importante del bastone, in quanto anche con il bastone più performante della terra, se non sarò coordinato non alzerò palla. Viceversa se sarò un golfista particolarmente dotato giocherò con qualsiasi bastone, naturalmente compensando e “mettendoci del mio”, ma saprò con fatica e mestiere, mandare la palla nella direzione voluta. Premesso questo, sono pronto a confermare che non esiste bastone da golf di serie che vada meglio di un bastone fatto su misura da un bravo clubmaker dopo un’attenta sessione di fitting. Sicuramente ci possono essere delle eccezioni, nel senso che un giocatore che sia molto vicino agli standard utilizzati per la costruzione del bastone di serie possa trovarsi bene, ma se lo stesso venisse assemblato nuovamente con specifiche identiche e materiali superiori, si avrebbero altre sensazioni e rese, GARANTITO! (Una piccola parentesi: fare lo score, resta poi un altro mestiere e questo vorrei che fosse chiaro una volta per tutte)

    Quando parliamo di bastoni da golf di serie, dobbiamo pensare che la scelta sarà per forza limitata anche se in questi ultimi anni si è ampliata e con la possibilità di semi personalizzazione si è fatto un altro passo avanti rispetto al passato, ma dietro l’offerta ci sono sempre ragioni commerciali. Al di fuori delle tolleranze di produzione che non permettono di ottenere le specifiche dichiarate, le aziende devono sempre provare a fornire un modello “standard” che accontenti la maggior parte dei golfisti, lasciando con l’amaro in bocca tutti coloro che avranno caratteristiche distanti da quelle presenti su quel bastone; statiche e dinamiche.

    La differenza di un bastone su misura è che la scelta dei componenti da cui possiamo attingere è a priori più ampia visto che abbiamo a disposizione l’intero mercato. Scegliendo una testa del bastone che più si addice a noi tecnicamente, ma che sarà anche di nostro gradimento alla vista e per materiali e processi produttivi, in quanto non dimentichiamo che  qualunque bastone che sulla carta appaia perfetto, se non verrà accettato da chi deve giocarci, non giocherà mai. Continuando, potremo scegliere lo shaft che fra i modelli in “after market ” sarà sicuramente un prodotto superiore rispetto a quelli offerti in “primo equipaggiamento”  e la scelta è a 360°  in termini di peso/profili e materiali e in ultimo il grip completerà l’opera a livello estetico, ma non dimentichiamoci dell’importanza che riveste tecnicamente e quindi creare il giusto diametro e il giusto peso e utilizzare la giusta tipologia, in modo che il cocktail dei componenti una volta assemblati sia ad hoc in termini di lunghezza,peso,angoli e bilanciamento per il golfista in questione che dovrà giocarci. Per quei giocatori alti di handicap che sono piuttosto discontinui in termini di ripetitività e consistenza, il bastone su misura li aiuterà a minimizzare i loro difetti di swing. Nel senso che se fanno slice, continueranno a fare slice finché non riusciranno a cambiare il movimento, ma se si ostineranno a giocare con certe tipologie di bastoni il divertimento che dovrebbe derivare dal gioco si trasformerà in totale delusione. Con le dovute modifiche all’attrezzatura invece vedremo il difetto del volo della palla diminuire e trovando un po’ più spesso il fairway anche il resto del gioco ne godrà.

    Un’azienda per quanto possa cercare di personalizzare un bastone da golf, non sarà mai in grado per tempi,costi e organizzazione di personalizzarlo come un clubmaker professionista di buon livello, visto che le variabili su cui si può intervenire sono addirittura 22. Certo non tutte le 22 variabili sono variabili principali o variabili “A”, ci sono anche variabili secondarie o “B” che avranno un effetto minore nel cambiamento/miglioramento del gioco e/o del volo della palla e addirittura un ulteriore downgrade a variabile “C” per alcune specifiche che avranno un effetto quasi trascurabile sul miglioramento del gioco. Ovviamente come clubfitter, non guarderò una ad una queste varabili, ma una volta identificate le problematiche di quel dato giocatore dopo un’attenta analisi all’interno di una sessione di fitting , ricercherò sempre in primo luogo  le eventuali anomalie “A” perchè una volta sistemate il giocatore si accorgerà immediatamente del miglioramento, ottenendo un chiaro,visibile,tangibile cambiamento in meglio e nulla verrà lasciato al caso. Questa diversificazione è stata fatta dal noto Clubmaker/Clubfitter e oggi produttore di componentistica per clubmakers Tom Wishon.

    Io e Tom Wishon – Tampa (FL) USA – 2008

    Tom Wishon è sicuramente uno dei più grandi esperti viventi in termini di conoscenza dei bastoni da golf, con 38 anni di studio dei bastoni e fondatore e presidente della Tom Wishon Golf Technology, ex professionista di golf della PGA Americana, per 11 anni nel panel tecnico di Golf Digest, ha progettato oltre 50 nuove teste di bastoni con innovazioni che lo consacrano come l’unico nel mondo dei progettisti di bastoni da golf ad avere fatto ciò e i suoi modelli hanno vinto sia sul PGA Americano che in Ryder Cup. E’ stato il clubfitter del compianto Payne Stewart  e Scott Verplank oltre ad altri giocatori di fama internazionale e di due presidenti degli Stati Uniti. Ho avuto l’onore di conoscere Tom Wishon, oltre a partecipare a seminari dove lui era relatore, di studiare i suoi libri e anche di avere degli scambi di idee via e-mail direttamente con lui.

    Vediamo di seguito quali sono le 22 variabili suddivise per area:

    Testa del bastone

    Shaft

    • Peso
    • Flessibilità
    • Profilo della flessibilità
    • Torque
    • Distribuzione del peso/Punto di bilanciamento

    Grip

    • Tipo
    • Misura
    • Peso

    Bastoni assemblati

    • Lunghezza
    • Swingweight/MOI
    • Peso Totale
    • Set Make-Up (Composizione dei bastoni nella sacca)

    Ora, non è che quando un giocatore si presenta chiedendo un bastone su misura con delle richieste del tipo: colpire la palla lunga,diritta e forte e fare par su tutte le buche , magari essendo un giocatore dalle capacità golfistiche limitate e non proprio atleticamente in forma, noi saremo in grado di accontentarlo; perchè pur migliorando sensibilmente la qualità dei suoi colpi, il suo livello medio basso non gli permetterà comunque di diventare un giocatore scratch con la sola attrezzatura personalizzata. Lo stesso dicasi se la richiesta fosse per ottenere un drive che gli permetta di mandare la palla a 250mt. Se la bassa velocità della testa del bastone e le scarse caratteristiche dello swing non saranno consone, non sarà possibile raggiungere quel risultato. D’altro canto come ho scritto sopra se lo stesso giocatore insiste a giocare con attrezzatura sbagliata, una volta creato il drive adatto a lui la distanza aumenterà esponenzialmente e anche la precisione, ma i 250 mt. resteranno un sogno, a meno che anche le prestazioni fisiche e lo swing non crescano altrettanto nella giusta direzione.

    Come mia abitudine cerco di spiegare meglio  che posso, approfondendo, ma senza entrare troppo nel tecnico e spero di esserci riuscito, altrimenti faremmo un corso di clubmaking/fitting. Vorrei concludere aggiungendo gli effetti primari “A” e secondari “B” delle 22 variabili presentate qui sopra nell’articolo così che anche voi possiate comprenderne la correlazione:

    DISTANZA

    Effetto “A”

    • Loft
    • Lunghezza del bastone
    • Peso totale
    • Peso dello shaft
    • Swingweight/MOI
    • Roll (Drive)

    Effetto “B”

    • Momento d’Inerzia (MOI riferito all’asse del centro di gravità)
    • Roll (Legni da terra)
    • Posizione del Centro di Gravità
    • Set Make-Up (Composizione dei bastoni nella sacca)
    • Flessibilità dello shaft
    • Profilo della flessibilità dello shaft
    • Disegno della faccia

    PRECISIONE

       Effetto “A”

    • Angolo di lie (Ferri corti e medi, Wedges, putter)
    • Lunghezza
    • Angolo della faccia (legni)

    Effetto “B”

    • Face Progression/Hosel Offset
    • Shaft Torque (Legni)
    • Momento d’inerzia della testa del bastone (asse dello shaft)
    • Posizione del Centro di gravità
    • Peso Totale
    • Set Make-Up (Composizione dei bastoni nella sacca)
    • Diametro del grip
    • Peso dello shaft
    • Distribuzione del peso/Punto di bilanciamento dello Shaft
    • Swingweight/MOI del bastone

    TRAIETTORIA

       Effetto “A”

    • Loft
    • Roll (Drive)

    Effetto “B”

    • Face Progression/Hosel Offset (Legni,Ibridi)
    • Posizione del Centro di Gravità
    • Flessibilità dello shaft
    • Profilo della flessibilità dello shaft
    • Roll (Legni da terra)

    CONSISTENZA

       Effetto “A”

    • Angolo di lie (ferri, wedges, putter)
    • Angolo della faccia (legni)
    • Lunghezza del bastone
    • Swingweight/MOI
    • Set Make-Up (Composizione dei bastoni nella sacca)

    Effetto “B”

    • Roll (Legni)
    • Bounce (Ferri, wedges)
    • Raggio e larghezza della suola (Ferri,wedges)
    • Peso dello Shaft
    • Momento d’Inerzia della testa del bastone (asse della testa)
    • Diametro del grip
    • Peso totale
    • Posizione del Centro di Gravità

    FEEL/SENSAZIONI

       Effetto “A”

    • Tipo di Grip/composizione
    • Diametro del grip
    • Swingweight/Moi
    • Set Make-Up (Composizione dei bastoni nella sacca)
    • Peso dello shaft
    • Peso Totale
    • Flessibilità dello shaft (legni)
    • Profilo della flessibilità dello shaft (legni)

    Effetto “B”

    • Momento d’Inerzia della testa del bastone (asse della testa)
    • Flessibilità dello shaft (ferri)
    • Posizione del centro di gravità
    • Lunghezza del bastone
    • Profilo della flessibilità dello shaft (Ferri)

    Bene, direi che una volta in possesso di queste informazioni, saremo in grado di intervenire “primariamente” su quelle specifiche che sono di maggior importanza sull’effetto del gioco, con un po’ di allenamento si arriverà a padroneggiarle e quindi a comprendere meglio su quali caratteristiche del bastone operare. Ricordiamoci inoltre che le specifiche sopra riportate sono inerenti solo ed esclusivamente per i bastoni e se la palla volerà alta per un difetto di “swing”, la correzione che ne deriverà cambiando o modificando tale specifica ce ne farà notare il cambiamento senza aver modificato il nostro swing.

    Concludendo, ecco perchè non si possono confrontare dei bastoni di serie con quelli costruiti “realmente” su misura. Per realmente intendo dire con cognizione di causa e giusti materiali assemblati al fine di ottenere le migliori performances per quel giocatore. Per ripetermi, non è che se avrò dei “super componenti” e li “incollerò” insieme otterrò un bastone “super” per forza, il solo top di gamma non giustifica la perfetta riuscita e viceversa. Bisogna avere componenti di buona/ottima qualità, ma soprattutto che le specifiche una volta assemblati i componenti, siano quelle corrette per il golfista che dovrà giocare con quel bastone.

    Come per un vestito, se avete avuto l’occasione di provare vestiti fatti su misura per voi fatti da un buon sarto e soprattutto quando le vostre caratteristiche fisiche non sono proprio “classiche” capirete cosa voglio dire. Buon gioco!

    © Copyright Piero Maina – Tutti i diritti riservati

  • Il Grip….”Je damo du giri de nastro….”

    Il Grip….”Je damo du giri de nastro….”

    Titolo:  Il Grip….”Je damo du giri de nastro….”

    Autore: Piero Maina

    Conteggio parole:  1781

    Oggi parliamo del grip, elemento fondamentale nel trittico che compone il bastone da golf. Come già sapete gli altri due componenti sono la testa del bastone e lo shaft. Il grip quindi non va sottovolatuato in termini di importanza in quanto è l’unico elemento che ci permette di rimanere in contatto con il bastone e ne crea la connessione con il nostro corpo.

    Ho dato un titolo appositamente provocatorio a questo articolo sul grip perchè la frase messa fra le virgolette è quella che si sente dire maggiormente qui dalle mie parti anche fra gli addetti ai lavori e da chi cambia i grip abitualmente, ma alla fine “…i du giri de nastro…”  se devo metterli, li metto anch’io, solo che la cosa non funziona propriamente così e quindi cercherò di fare chiarezza su questo elemento.

    Premesso che non ci vuole molta scienza per cambiare un grip e a livello di manualità lo può fare anche una scimmia ammaestrata; quello che forse risulterà più complicato è sapere quali sono i parametri di cui bisogna tenere conto. Non esistono “giri di nastro” esistono diametri, diametri ben precisi che vanno raggiunti utilizzando il giusto grip per quel dato “butt” dove verrà installato, oppure per i diametri sopra lo standard, utilizzando tecniche di ingrandimento tramite i famosi giri di nastro o ancora, per i diametri sotto lo standard, di riduzione utilizzando grip dal diametro differente o tecniche di montaggio diverse.

    Spieghiamoci meglio: Il diametro standard per un grip da uomo viene SEMPRE misurato a 2 pollici (5,08 cm.), dalla fine del bastone (butt), lateralmente. Questo anche perchè il grip oltre ad essere prodotto con sezione totalmente circolare chiamato “round”, viene proposto anche “ribbed” e quindi con una costoletta che normalmente viene montata in posizione posteriore. (Attenzione a non montare un grip ribbed con la scritta dietro (back) perchè lo montereste in posizione sbagliata e quindi questo processo può essere attuato solamente per grip round). Quale sia meglio utilizzare fra ribbed e round è totalmente soggettivo e ci sono giocatori di torneo che giocano con i grip ribbed e altri fra cui Tiger Woods che utilizzano grip round. Per la cronaca Tiger utilizza grip “Full cord” (tutta corda) round montati con la scritta back. Comunque anche i giocatori che sono soliti utilizzare grip ribbed, almeno sui wedges utilizzano grip round, visto che con i wedges giocheranno colpi con la faccia del bastone non sempre square e quindi è bene non avere “distrazioni” nelle mani. Tornando al nostro diametro standard uomo, il diametro che dovremo ricavare a 2″ (5,08 cm.) dal butt misurato lateralmente sarà di 0.900″ ( 2,286 cm.). Ho riportato qui per referenza le misure convertite in cm., ma d’ora in poi scriverò utlizzando misure in Imperial, visto che tutto ciò che è golf viene sempre presentato con misure Anglosassoni e per chi non avesse dimestichezza, sui calibri esiste sempre la doppia misurazione per chi la volesse anche nel sistema metrico. Torniamo a noi.

    Abbiamo imparato che la misura standard uomo è di 0.900″ misurata a 2″ dal butt lateralmente. Esiste solo questo diametro come referenza ed eventualmente la misura standard per i grip da donna che è 0.850″. Il problema però è che non sapendo queste cose, nè sapendo dove misurare crediamo a torto che tutti i diametri siano uguali e quando qualcuno si lamenta che il grip è troppo piccolo rispetto alle sue mani o al suo modo di impugnare il bastone, allora si generalizza dicendo “…je damo du giri de nastro…”. Purtroppo i diametri interni dei grip non sono tutti uguali, così come i diametri del butt dello shaft non sono tutti uguali e quindi se un grip da uomo M60 sarà montato a regola e verrà installato su uno shaft dal diametro del butt di 0.600″, allora si che otterremo i famosi 0.900″ che sono il diametro standard, ma spesso il grip è M58 o L58 e il butt 0.580″ o 0.620″ oppure il grip viene montato stirandolo troppo e allora le cose cambiano.

    Come al solito non voglio fare un articolo troppo tecnico che spieghi come ottenere i vari diametri, ma solo orientare il giocatore medio verso una conoscenza maggiore e a non fare o farsi fare lavori improvvisati che invece di aiutarlo lo danneggeranno. Un’altra problematica che sorge alla sostituzione del grip può essere quella dell’alterazione dello swingweight. I grip sono prodotti in misure,materiali e pesi diversi, pertanto anche lo swingweight può cambiare. Un punto di swingweight equivale a 2 gr. e per ogni 5 gr. +/-  di differenza nel grip  potreste vedere cambiate le caratteristiche di gioco nel vostro bastone senza rendervi conto del perchè.

    Torniamo ai nostri diametri prima di chiudere l’articolo. Ricordate che nel mondo del clubmaking si è soliti partire dalle misure standard e a chi richiede misure superiori allo standard men si procederà con questa scala in frazioni di pollici: + 1/64″, + 1/32″, + 1/16″ (Midsize) e + 1/8″ (Jumbo) per i grip più grossi; chi invece richiederà misure più piccole otterrà -1/64″ under lo standard men per poi arrivare alle misure da donna. Non necessariamente solo da donna, ma anche per mani di golfisti sia maschi che femmine che necessitano di misure più piccole di quelle soprammenzionate con questi diametri: per le misure over lo standard donna avremo +1/64″ e +1/32″ e -1/64″ under lo standard donna per quelle più piccole fino ad arrivare alle misure da bambino.(diametro per shaft da 0.500″). (Nota:Va da se che si possono ricavare anche misure intermedie rispetto a quanto sopra riportato, ma queste sono le misure di riferimento nel mondo dei bastoni da golf).

    Il discorso dei diametri se compreso non è cosi difficile, ma bisognerà tenere conto di tutte le variabili in questione, tra cui anche lo spessore del nastro da utilizzare per ingrandire il diametro e anche del peso di quest’ultimo ed inoltre anche della grandezza delle mani che impugneranno quel tale bastone e il modo in cui verrà grippato che viene influenzato non solo se il bastone sarà tenuto più o meno fra le dita o il palmo, ma anche dalla postura tenuta all’address e quindi dal lie del bastone.

    Anche i materiali hanno la loro importanza nel “feeling” del grip e attualmente c’è veramente l’imbarazzo della scelta per disegni, colori e densità delle gomme utilizzate. Ad esempio i grip costruiti con la corda hanno si il vantaggio di dare maggiore “trazione” in caso di mani sudate o di tempo bagnato, ma di contro danno al giocatore sensazioni più “dure/sgradevoli” soprattutto se usurati o sporchi. Una parola anche per chi soffre di artrosi/artrite; per loro va bene anche un grip normale, ma un diametro molto più grosso può essere un valido aiuto fino ad arrivare ai grip specifici costruiti con delle protuberanze che riducono le vibrazioni e permettono di tenere il grip anche se le mani non chiudono bene. Non sottovalutate il materiale che utilizzerete per i vostri grip, sceglietelo con cura e avrete una valenza in positvo se le sensazioni ricavate saranno di comodità e controllo.

    Un ultima nota è per l’eventuale ingrandimento del grip sotto la mano destra. Come sapete i grip si riducono di diametro scendendo verso il basso e quindi avremo un diametro nettamente inferiore sotto la mano destra (per i giocatori destrorsi), anche se a seconda della tecnica che utilizzeremo per grippare il bastone questo non sarà un problema. C’è comunque un metodo per aumentare il diametro sotto la mano destra, naturalmente senza infrangere le regole del golf che non vogliono “rigonfiamenti” lungo il grip dei ferri e legni. Se installeremo ad arte questi spessori ottenuti con il nastro il tutto sarà ritenuto regolare e permetterà ad alcune categorie di golfisti di trarre beneficio da un diametro meno ridotto sotto la mano destra e quindi di evitare eventuali “rigrippamenti”  involontari soprattutto all’apice dello swing oppure una vera e propria sensazione sgradevole nel sentire la mano destra “vuota”, spesso dovuta anche al modo di impugnare il bastone.

    A questo punto qualcuno si domanderà:” ma se il grip con cui attualmente gioco non è della grandezza adatta a me, in quale tipo di errore incorrerò?”  La risposta non è una sola e bisognerà anche vedere se il grip è troppo piccolo o troppo grande. Come già esposto sopra, il grip è l’unico elemento che ci consente di mantenere il contatto con il bastone e di controllarlo durante lo swing, soprattutto nell’area d’impatto, permettendoci di effettuare correttamente la rotazione degli avambracci e il rilascio dei polsi. Quindi a grandi linee per grip dai diametri troppo grossi si potrebbe rilevare una diminuzione nelle sensazioni e una ridotta mobilità nell’azione dei polsi con un’affaticamento degli avambracci e quindi uno scarso “release” e pertanto la difficoltà a chiudere i colpi che tenderanno a terminare verso destra rispetto all’obbiettivo o anche la tendenza ad impugnare il bastone più corto per ricercare un diametro più confortevole. Di converso un grip dal diametro troppo piccolo potrebbe darci una sensazione di “vuoto” nelle mani con conseguenze di avere il bastone troppo mobile e questo ci farà probabilmente stringere troppo il bastone causandoci tensioni negli avambracci, non consentendo ai polsi di lavorare nella maniera ottimale. Ma anche di avere troppa azione di mani proprio perchè troppo piccoli e quindi con una tendenza a tirare la palla verso sinistra rispetto all’obbiettivo. Diversamente dal grip troppo grosso poi, si tenderà ad impugnare verso la fine del bastone alla ricerca di un diametro maggiore con il rischio di perdere il controllo del bastone soprattutto all’apice dello swing

    Non dimentichiamoci il grip del putt, qui il discorso è ancora più importante e trovare il giusto equilibrio fra peso, grandezza, forma e materiale è parte del processo di fitting del putt. Oggigiorno vengono prodotti grip di dimensioni enormi con pesi ridotti anche a 50 gr. per misure jumbo (che è il peso di un grip standard), contro i 250 gr. di qualche anno fa. Questo vuol dire il poter “sentire” ugualmente il peso della testa ed avere un’azione minore dei polsi/mani. Di base un grip più grande dello standard, diciamo pure midsize sarà più tollerato sul putt, ma è sempre bene verificare per ogni giocatore quali sono le sue necessità e di come il grip si integrerà su quel dato putt. Non dimentichiamo anche il piacere visivo che è poi l’aspetto mentale che nel golf è determinante. Questo per dire che comunque il grip oltre ad essere l’unico punto di contatto con il bastone è anche un elemento di “feeling” e quindi sono anche le sensazioni e il modo di impugnare che ci faranno capire il diametro più adatto a noi senza tenere conto delle sole tabelle di misurazione di partenza. Chiudo ricordandovi che se volete montarvi i grip da soli, potete pure farlo, ma almeno fatelo bene e con le giuste conoscenze. Buon gioco!

    © Copyright Piero Maina – Tutti i diritti riservati

  • Clubfitting – Questo Sconosciuto

    Clubfitting – Questo Sconosciuto

    Titolo: Clubfitting – Questo Sconosciuto

    By: Piero Maina

    Conteggio parole : 1745

    Clubfitting, non se ne parlava molto alcuni anni or sono, ma oggi, complice anche la maggiore informazione da parte degli addetti ai lavori, questa parola è entrata a gran forza nel vocabolario del golfista comune e le stesse case costruttrici che prima hanno sempre cercato di nascondere “la verità”, consentono di personalizzare i bastoni acquistati. Ma vediamo cosa vuol dire realmente clubfitting e come possono le case dare un servizio personalizzato all’interno di una produzione di massa.

    Facciamo prima un po’di chiarezza: Il bastone da golf assemblato è costituito principalmente da tre pezzi più materiale di consumo e cosmetico ed è un oggetto assai semplice. I tre pezzi principali sono la testa del bastone, lo shaft e il grip e il materiale di consumo è costituito dalla resina o colla per tenere insieme lo shaft con la testa e il solvente per poter installare il grip sullo shaft, più la pipetta o ferrule che verrà posta come raccordo tra lo shaft e la testa e ha solamente funzione estetica. Et voilà! Il bastone è pronto. Eppure dietro questo semplice attrezzo c’è un mare di scienza. Principalmente fisica.

    Sfatiamo un po’ di miti che purtroppo molto spesso ritrovo scritti su siti di affermati professionisti oltre ad essere pronunciati da maestri di golf o esperti giocatori. Va detto innanzitutto che la “scienza del bastone” non ha nulla a che vedere con l’essere bravi a giocare a golf, è come se i meccanici di una macchina di formula 1 dovessero essere altrettanto bravi a pilotarla prima di poter mettere le mani su di essa o viceversa il pilota Fernando Alonso per pilotare dovesse essere un esperto meccanico. Certo per passione entrambe le categorie potranno intendersene, ma ciò non è richiesto. Il primo mito da sfatare è che lo shaft non è il “pezzo” più importante all’interno del trittico, nè è paragonabile al motore come appunto sento dire molto spesso. A livello d’importanza tutti e tre i componenti sono importanti e ognuno darà il suo contributo per la miglior riuscita di un colpo da golf, ma se proprio vogliamo avere una gerarchia, sarà la testa del bastone ad essere la componente più importante. Come dicevo, lo shaft è accompagnato dal luogo comune che lo definisce il motore del bastone, voglio spiegare che il bastone non genera energia da solo, ma ha bisogno di una forza esterna e in questo caso il golfista che è il motore. Semmai volessimo paragonare lo shaft ad un organo meccanico di una macchina, diremmo piuttosto che lo shaft è la “trasmissione” che deve essere quindi adeguata al motore che supporta.

    Un’altro mito da sfatare è nella convinzione che minore sarà il loft del mio drive e maggiore sarà la distanza che farò. Anche questa affermazione è purtroppo vera come legge fisica, ma non vera nel mondo del golf reale per i giocatori medi. Questo perchè entrano in gioco gli angoli di lancio, il backspin, il loft dinamico e la velocità della testa del bastone e molte altre variabili che vi spiegherò in articoli dedicati in quanto in questa sede sarebbe richiesto troppo tempo e l’articolo stesso diventerebbe troppo tecnico. Sappiate comunque che di base per i giocatori con velocità di swing basse, sotto le 80 mph con il drive, (la media per i giocatori dilettanti maschi è di 90 mph e per i professionisti del PGA 112 mph) che spesso sono raggiunte attraverso swing out-in (esterno-interno) o over the top (colpire dall’alto), o addirittura entrambe, la scelta migliore per il drive sarà quella di maggiore loft, anche 16° e anche di un bastone più corto. Magari chi legge si meraviglierà dicendo che in sacca possiede il legno 3 che misura 15°, ma se così fosse lo consiglierei di farsi controllare da un bravo fitter e cercare di ottimizzare la sacca. Il problema risiede nel fatto che per raggiungere la massima distanza di volo della palla, è necessario farla partire sul giusto angolo di lancio e per fare l’esempio di una manichetta dell’acqua, se non avremo abbastanza pressione e la manichetta non sarà orientata abbastanza in alto, l’acqua cadrà sui nostri piedi. La prima cosa che faremo invece sarà quella di dirigerla più verso l’alto per far compiere al getto d’acqua maggiore distanza. Nel golf poi c’è anche l’angolo d’attacco ad avere influenza sull’angolo di lancio e corrisponde all’angolo di come la testa del bastone arriva sulla palla all’impatto e può essere negativo (discendente) o positivo (risalente) . Come ho detto sopra, dedicherò un articolo specifico al concetto, spiegando tutte le variabili che sono dietro alla scelta del giusto loft e anche del giusto shaft per l’ottimizzazione del drive, in poche righe sarebbe troppo complicato e andremmo fuori tema.

    I miti sono tanti e un poco alla volta cercherò di spiegarveli tutti, cercando di rimanere in un ambito non troppo tecnico e spiegando il perchè, cosa che non sempre fanno la case costruttrici di bastoni da golf. Naturalmente per loro è importante “sfornare” ogni anno o a anche meno,nuovi modelli. Questo a causa della natura della loro missione e dei loro bilanci che se non sono in attivo, non gli permettono di rimanere sul mercato. Ma quanto è vera la presentazione di nuovi modelli con la reale necessità da parte del mercato di ricevere nuove produzioni? Sono realmente bastoni che facilitano il gioco o solo poca sostanza confezionata in carta dorata?

    Sicuramente la tecnologia negli ultimi 30 anni ha fatto passi da gigante e i bastoni di oggi sono più facili (non tutti) e più performanti (non tutti), ma se guardiamo agli score, vi assicuro che mediamente siamo sempre ben sopra i 90 colpi di media su un giro di 18 buche. Quindi nonostante il miglioramento nell’attrezzatura il golf resta un gioco difficile.

    Bisogna pensare che le stesse regole del golf nell’appendice II impongono dei parametri che vanno rispettati e pertanto se quei parametri non cambiano, difficilmente le case potranno presentare innovazioni reali rispetto a modelli del recente passato. Quello che le case ultimamente stanno cercando di fare è di rendere personalizzabili, quindi con una sorta di “clubfitting fai da te”, i loro bastoni con chiavette per sostituire lo shaft, inserire dei pesi o anche modificare l’angolo della faccia o ancora il lie e il loft, ma questi processi anche se sicuramente sono i più avanzati ad oggi sul mercato,non saranno mai come un vero bastone su misura creato dopo attente analisi,con il giusto strumento ad hoc per colui/lei che lo dovrà usare.

    Ho visto personalmente un drive di un giocatore di torneo assemblato su un tour van che però non rendeva al 100% e il giocatore preferiva quindi giocare un altro bastone più vecchio perchè più preciso e anche più lungo nella media. Certo quello nuovo quando veniva colpito perfettamente dava qualcosa in più, ma nella media non era il bastone da mettere in sacca per un torneo di 72 buche da giocare sotto pressione. Probabilmente qualche clubfitter avrebbe espresso immediatamente parere negativo sullo shaft e sicuramente si possono trovare ottimizzazioni differenti con shaft dal profilo diverso, ma quello che cerco di farvi compredere è che spesso il problema non è solo nello shaft, basta avere il bastone un centimetro più lungo o più corto per ottenere performance molto differenti,oppure 4/6 gr. di peso in più o meno  e anche qui ottenere risultati completamente differenti, o ancora mettere 10 /15gr. di peso in tacco o in punta, o più loft o meno loft, cambiare il lie o il peso del grip, dello shaft, etc. Le variabili sono molte e vi assicuro che anche i risultati lo sono e solo l’esperienza e gli strumenti adatti per effettuare le misurazioni possono farci riuscire nell’intento. Tornando al bastone del nostro professionista, dopo svariate prove cambiando alcuni parametri siamo riusciti a trovare l’ottimizzazione riducendo il peso, distribuendolo in un certo modo e aprendo la faccia del bastone. Il risultato è stato di ottenere un volo di palla penetrante con una media di otto metri in più rispetto all’altro drive con cui giocava abitualmente e rimanendo in “pista” consistentemente. Morale: se abbiamo un bastone, che è stato costruito con i giusti componenti, ma non assemblati secondo quanto richiesto da “quel” giocatore, non avremo mai la torta perfetta.

    Un altro “trucco” usato dalle case nei decenni passati e fino ai giorni nostri per invogliare a comperare i loro bastoni è stato quello di “chiudere” sempre di più i loft dei ferri, una vera e propria malattia che negli USA è stata chiamata “loft shrink desease”.  Abitualmente il golfista sceglie il ferro da utilizzare per una data distanza guardando il numerino sulla suola del ferro, pensando inconsapevolmente che tutti i ferri in commercio siano uguali e senza sapere che la distanza è generata da colui che mette in moto il bastone, ma anche da quanti gradi di loft avrà quel ferro e non potrà che emettere un gridolino di piacevole stupore nel notare che la palla andrà più lunga con questo nuovo modello. Peccato che il nuovo ferro in questione sia più “chiuso” di 3/5 gradi e quindi un ferro diverso da quello che giocava prima. Dovete pensare che negli anni 70/80 il PW misurava 50/52° e il SW 56°. Attualmente il SW ha mantenuto il loft di 56° mentre il PW e tutti i ferri al di sotto del PW  sono stati chiusi sempre di più . In un set standard il PW misura 47°, ma oggi si trovano PW anche di 43° e il ferro 3 o il ferro 4 non vengono nemmeno più proposti perchè il giocatore medio non sarebbe in grado di tirarli visto che i loft corrispondenti sono quelli di un ferro 1/2 degli anni 70. C’è una regola in generale nel golf e per il golfista medio che si chiama 38/24 e vuol dire che un ferro tradizionale che sia più lungo di 38″  che corrisponde a un ferro 5 e con un loft che sia 24° o minore che corrisponde a un ferro 4 o meno, risulta molto difficile da usare con consistenza e per questo motivo sono nati gli ibridi. Di converso il Gap Wedge è nato proprio per riempire  il buco venutosi a creare fra il PW e il SW che negli anni non ha subito la riduzione del loft da 56°.

    Quindi come potete capire da questo ultimo esempio, spesso i bastoni immessi sul mercato non corrispondono ad una reale necessità, ma piuttosto a regole create dalle case costruttrici in accordo con il  “Golf’s governing body”  per “muovere” il mercato altrimenti stagnante. E’ come dire che una casa farmaceutica provochi la malattia per poi immettere sul mercato il vaccino e il rimedio per curarla!

    Nota del 10/06/2024: Ho riletto oggi questo articolo che ho pubblicato in origine a novembrel 2011, quindi quasi tredici anni fa e mi stavo chiedendo se fosse ancora attuale. Certo alcune cose possono essere integrate tenendo presente quanto accaduto in tutti questi anni, ma di base confermo quanto scritto sopra nella sua interezza, l’appendice II delle regole del golf non è ancora stata modificata, magari aggiungerei che il buco,”gap” fra il 56° e il PW, in molti casi oggi potrebbe richiedere anche un bastone aggiuntivo in area 48°. Cosa che leggendo sopra avveniva già allora in caso di un PW di 42°/43°  per giocatori con velocità della testa del bastone medio-elevate, per poter mantenere i canonici dieci metri di differenza di distanza fra un bastone ed un altro e non avere un PW che tira “lunghissimo” e rimanere frustrati da un GW che non arriva mai.

    Perchè dieci/undici gradi di differenza fra un bastone ed un altro, sarebbero davvero troppi.

    © Copyright 2011  – 2024  Piero Maina – Tutti i diritti riservati

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